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Era tanto tempo fa

Da Mammapiky @mammapiky

ERA TANTO TEMPO FADel mio periodo alla scuola materna ho un pessimo ricordo.
Io, una bambina impacciata e timida, non ho vissuto con spensieratezza quegli anni. Li ho subiti e ricordo ancora con angoscia, l'arrivo del pulmino giallo sul piazzale di casa. La mia memoria, che non serba nemmeno cosa ho mangiato ieri per cena, di quegli anni, non ha dimenticato niente, tranne i nomi di amici e maestre.
Di sicuro non ha dimenticato quel gruppetto di bambine che tiranneggiava tutti gli altri con i dispetti più antipatici, e di certo non si è scordata del pranzo del venerdì con i bastoncini di pesce che tanto odiavo e che a oggi, m’impediscono di mangiare perfino l'aragosta. Mi ricordo perfettamente la vergogna di chiedere di andare in bagno e il mal di stomaco che mi prendeva, quando non riuscivo a trattenerla più. Quel l'asilo esiste ancora, e di poco è cambiato, ogni tanto mi capita di passarci davanti e se sbircio dai finestroni che danno sulla strada, mi rivedo ancora appoggiata a una delle colonne, a osservare quei giochi che io non avevo il coraggio di fare e a essere spettatrice della vita degli altri. Quegli anni per me sono stati sinonimo di sofferenza, non mi sono serviti a molto e da loro non ho imparato altro che nascondermi. La timidezza cronica, che mi ha fatto compagnia per anni, posso dire che non mi ha ancora abbandonato, tramutata spesso, in atteggiamenti spocchiosi e altezzosi, al limite dell'antipatico. Ancora oggi le persone troppo esuberanti, come solo un bambino può essere, mi fanno un po' paura e creano in me la necessità di alzare una barriera per non dovermi trovare ad affrontarle. Se scambio l'apertura per invadenza, chiudo tutte le porte. Ho bisogno di tempo per fidarmi e rilassarmi, per non temere di ....e non aver paura che...quando questo succede, la gente mi ama e non mi molla più, diversamente, resto quella antipatica, che se la tira credendosi chissà chi. Io lo so, il mio è solo un bluff.
Scegliere l'asilo materno per Cestino, proprio per questo, non è stato facile. Valutare e soppesare tutto non è stato lavoro da poco e di sicuro, agli occhi di molti, anche enfatizzato troppo, ma io so perché l'ho fatto, dove volevo arrivare e soprattutto cosa volevo evitare. Alla fine la scelta è caduta sulla soluzione più ovvia, l'asilo del paese dove viviamo ora, a due passi da casa e dove molte mamme a loro volta, qualche decennio fa, son state allieve. Una giornata di open day, che mi ha fatto innamorare, non del posto in se per se (se pur bello), ma delle sensazioni provate varcando quella porta. La tenerezza verso tutti quei grembiulini azzurri e rosa, è stata accompagnata dalla sensazione di fiducia e serenità nel sentir parlare le maestre. L'atteggiamento fermo e rassicurante di chi sa cosa sta facendo e cosa sta dicendo, mi ha suggerito che, quello è il posto giusto. Cestino li, starà benissimo, imparerà tanto e affronterà le sue prime esperienze da "adulto" . Ogni mattina, lo guarderò oltrepassare quel cancello con la divisa blu e lo zainetto sulle spalle, probabilmente le prime volte piangerò anche un po', senza farmi vedere, protetta da quei grandi pini, che sono sul cortile. Lui sulla soglia si volterà e di sicuro ci saluteremo, poi lo lascerò andare, senza paura o timore ma solo con la certezza e la speranza che la sua "strada" nulla c'entra con quella che è stata la mia e che, anzi, se mi lascerò guidare, potrò anch'io tornare su quei banchi e a giocare in quelle aule, a far amicizia con chi m’incuteva timore, a sedermi tranquilla ai tavoli della mensa e a provare a sorridere di quello che per ogni bambino, è considerato il periodo più bello.

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