di Francesco La Rosa
Capita a volte che un incontro casuale fra amici Anila Marchetti, Michelangelo Felicioni, consigliere comunale Pdl e Stelio Bonsegna, noto giornalista e commentatore politico, faccia nascere discussioni su ciò che sta accadendo nel nostro apese, alla fine mi è sembrato interessante sintetizzare alcune parti della conversazione e pubblicarne una sintesi sperando di averne interpretato bene il pensiero riprendendo alcune domande che hanno dato il la alla conversazione stessa.
Se ci fosse un referendum, per accettare questa Europa, o uscire dall’Europa, cosa votereste?
Michelangelo Felicioni
Michelangelo Felicioni : Io personalmente sarei per uscire, perché in queste condizioni non vedo una europa dei popoli. Non esiste un esercito europeo, non esiste una lingua comune, non esiste un controllo economico europeo di ultima istanza.
Stelio Bonsegna: Confermo quanto detto da Michelangelo, tra l’altro faccio presente che l’ingresso in questa comunità europea, ci è stato imposto, senza una pubblica consultazione. Un metodo che definirei antidemocratico. Intanto ci ha portato ad aziende che chiudono i battenti, lavoratori licenziati, costo della vita alle stelle, aumento impressionante degli indigenti, criminalità in fortissimo aumento e chi più ne ha, più ne metta, ma ciò che è più grave è che l’imprenditore onesto, arrivi al suicidio.
Anila Marchetti
Anila Marchetti: Io penso che dopo 150 anni, abbiamo ancora difficoltà, noi italiani, a riconoscerci come popolo unito, sia dal punto di vista territtoriale, che culturale e politico. Detto questo, sinceramente mi viene difficile entrare e far parte di un contesto politico, all’interno del quale, noi italiani, poco o nulla abbiamo fatto per essere considerati protagonisti.
Di questa Europa, Monti sicuramente è l’espressione forte e l’incarico ricevuto dal presidente Napolitano, a seguito delle dimissioni di Berlusconi, sembra una forzatura alla luce dei fatti successivi, ormai su tutti i giornali, che il binomio Sarkozy e Merkel formando una sorta di direttorio che ha tracciato le lineee guida della politica economica e fiscale dell’Italia. Come vedete la situazione, dopo sei mesi di questo governo?
Michelangelo Felicioni: in una unica parola: catastrofica. Ci hanno imposto un governo di non eletti dal popolo, commissariando di fatto quel poco di democrazia che avevamo. Hanno saputo prendere solo decisioni a scapito del cittadino e delle imprese, senza prima lasciar prevedere il risultato finale di questa operazione. Si doveva intervenire diminuendo le tasse, per favorire i consumi, la ripresa produttiva industriale e di conseguenza il logico aumento di posti di lavoro.
Stelio Bonsegna
Stelio Bonsegna: Si sarebbe dovuto intervenire, prima con il così detto Spending Review (versione anglofona della più nota Revisione della Spesa), poi eventualmente, coinvolgere con un minimo di contributi, il cittadino. Errore imperdonabile per un Professore-Tecnico come Monti.
Anila Marchetti: da normale cittadina non posso che assistere alla continua diminuzione della capacità di spesa, troppe tasse, Imu, benzina alle stelle, parlano di favorire di ripresa ma si ha l’impressione che non sanno da dove cominciare, e poi la richiesta ai cittadini di suggerire dove e come tagliare le spese francamente mi sconcerta, percepisco un governo deciso ad alleggerirci le tasche ma come progetto di sviluppo sono allo sbando. Come ci si può fidare cosi?
Come regalo ai cittadini piomba sulle nostre tasche, oltre agli aumenti di cui stiamo pagando le conseguenze, arriva l’IMU, sulla quale già registriamo un parere negativo da alcuni sindaci importanti come Wladimiro Boccali, il quale preferisce la patrimoniale, piuttosto che l’IMU. Intanto propone il 5 per mille, come aliquota minima per la prima casa e 7,6 per le successive, non vi pare un controsenso?
Michelangelo Felicioni: sono contrario all’IMU (ex ICI) in ogni sua forma e calcolo. Per essere chiari: La casa in cui si abita è un bene inalienabile, non tassabile.
Stelio Bonsegna: L’IMU, una tassa incostituzionale ed iniqua, su un bene già tassato alla fonte (visto che è stata fatta con denaro già tassato e di cui si paga già una tassa sulla denuncia dei redditi). Io proporrei per legge il divieto di tassazione della prima abitazione e della sua non sequestrabilità, anzi, lo metterei nella Costituzione. Dovrebbe essere uno dei principi della Democrazia, se è questa che si vuole.
Alina Marchetti: Se il sindaco fose contrario davvero non la introdurrebbe, ma è solo un gioco delle parti, fare entrare dalla finestra ciò che esce dalla porta, ma sono sicura che metterà l’aliquota massima consentita, i comuni sono troppo affamati di soldi per nutrire clientele attraverso consulenze o altri trucchetti, delle città sinceramente non mi pare che se ne occupino troppo, basta vedere in che condizioni sono le strade per rendersene conto, a parte il centro, le periferie sono davvero devastate, e non sono certa che le entrate dell’Imu cambieranno questo stato di cose.