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EREDE, EREDITIERA, PENSEE; Piuttosto che; Battuta; Tommaso

Creato il 17 ottobre 2011 da Chinalski

Erède
Dal latino herìde(m).
Sostantivo maschile e femminile.
1. (diritto) Chi succede a un defunto in tutti i suoi beni, diritti e obblighi o in una loro quota: costituire, istituire, nominare erede.
Erede legittimo: chi succede in forza di legge e in mancanza di testamento per la sua parentela col defunto.
Erede testamentario: indicato come tale nel testamento.
Erede legittimario, necessario: al quale spetta per legge una quota dei beni del defunto, anche in caso di contraria disposizione testamentaria.
Erede beneficiario: che ha accettato l’eredità con beneficio d’inventario.
Erede aparente: chi possiede i beni di un’eredità e si comporta come erede senza esserlo.
Erede universale: di tutti i beni.
Erede al trono: in una dinastia, chi è destinato a succedere al sovrano regnante.
2. (famigliare, scherzoso) Figlio primogenito: allora, quando nascerà l’erede?
3. (figurato) Chi conserva e prosegue un’attività, una tradizione, un atteggiamento ideologico o spirituale: erede delle virtù paterne; gli eredi di Marx.

Eredità
Dal latino hereditate(m).
Anche, antichi, ereditàde, ereditàte, redità.
Sostantivo femminile.
1. (diritto) Trasmissione del patrimonio di un defunto a una o più persone fisiche o giuridiche; il patrimonio stesso così trasmesso.
2. (figurato) Retaggio di beni spirituali, di idee, di tradizioni: sol chi non lascia eredità d’affetto / poca gioia ha dell’urna (Foscolo).
3. Eredità genetica: (biologia) trasmissione dai genitori ai figli, attraverso le cellule germinali, di caratteri morfologici, fisiologici e psichici che fanno parte del patrimonio cromosomico; l’insieme dei caratteri trasmessi.

Ereditièra
Derivato di eredità, secondo il francese héritière.
Sostantivo femminile (maschile scherzoso ereditiero).
Donna, specialmente giovane, che ha ereditato o deve ereditare una notevole ricchezza: sposare un’ereditiera.

Una (parola) giapponese a Roma

Pensée [pan'se]
Voce vrancese, propriamente ‘pensata’, perché ritenuta simbolo del ricordo.
Sostantivo femminile invariabile.
Viola del pensiero.

Piuttosto che

"Su Facebook c’è un gruppo che si chiama ‘Scartare corteggiatori e potenziali amanti per gli errori di grammatica’ che mette in fila perle come queste: ‘È nel mio carattere: quando qualcosa non va, io sodomizzo’, piuttosto che ‘Ho un nuovo paglio di scarpe’ e ‘Come stai? Sempre l’ostesso’.

Da un articolo di Maria Simonetti, sull’Espresso, che recensiva il libro "Come dire" di Stefano Bartezzaghi che tratta di usi scorretti o ridicoli della lingua italiana. Recensire un libro del genere scrivendo un "piuttosto che" a sproposito ha del geniale.

Battuta obbligatoria

Ci scrive Alex Merseburger per aggiungere alla battuta delle arance un’ulteriore versione per intenditori.

— Mi ha fatto venire in mente un’uscita simile, anche se molto meno utilizzata: "Vai in galera? Allora ti porto una torta al limone",
dove per limone non si intende l’agrume, bensì una lima da ferro di dimensioni notevoli, atta a segare le sbarre per l’evasione. —

Tommaso Feleri! Chi era costui?

Il trentacinquesimo libro termina con i seguenti concorrenti che rispondono correttamente: Vizi Coloniali al secondo indizio (4+5 punti); al terzo indizio PP (3+4) e drmutt (3+3); al quarto Massimo Chiappone (2+2), Pino De Noia (2+1), Marco Marcon e Mauro Cociglio (2); al quinto indizio Michele (1). Sono state cinque le risposte sbagliate.
Era La Certosa di Parma, di Stendhal.

E ora procediamo con il trentaseiesimo libro.

Primo indizio
Arriva in casa il bel nipote, e tutta la vita in casa cambia completamente.



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