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Erice dice no a t-shirt e souvenirs mafiofili

Creato il 27 giugno 2011 da Yellowflate @yellowflate

 

maglietta-mafiosi erice dice no
A volte c’è chi inventa gadget di pessimo gusto, non capita solo in Sicilia, ma un pò in ogni dove, e, certamente i cittadini che si sentono presi in giro ed un pò “sfottuti” da quelle tshirt e quei gadget non possono che “prendersela a male”, ma si sa, a chi crea souvenir e articoli da vendere alla fine poco interessa, la prima regola del marketing è “pur che se ne parli!”. Le magliette sulla mafia però non piacciono proprio a nessuno, a volte sono di vero cattivo gusto: i cittadini onesti, nati e cresciuti nell’Isola, non possono non sentirsi, in qualche modo, offesi. Eppure, bancarelle e negozi per turisti sono pieni di oggetti trash che alludono a Cosa nostra, in modo poi mica tanto ironico, per non parlare d’imbarazzanti t-shirt con scritte del tipo: “Non vedo, non sento, non parlo. In Sicilia fui”. Divertenti e innocue? Non proprio. Le tshirt sono ritenute veramente “pesanti”, ma poco si scostano da quelle che altri grafici fanno per altre regioni del sud dove il turismo nazionale ed internazionale è forte.  Ed ecco che il sindaco di Erice invece profondamente urtato dai gadget “mafiofili” accende una vera e propria battaglia,  Giacomo Tranchida, che con un’ordinanza comunale ha vietato l’esposizione di souvenir, magliette ed altre amenità con riferimenti a Cosa nostra. I negozianti trasgressori potranno incorrere nel pagamento di una multa fino a 500 euro. È indicativo il fatto che l’iniziativa parta da una delle località turistiche più belle dell’Isola, prese d’assalto dai viaggiatori di tutto il mondo. Il messaggio del sindaco è chiarissimo: “Questi gadget – ha detto Tranchida – saranno pure ironici ma possono indurre a messaggi equivoci, dando ai turisti un’immagine non certamente bella del territorio”. La stessa opzione è quella espressa dal  Comitato Addiopizzo. “Non siamo d’accordo  - fanno sapere – con chi vuole speculare e commercializzare sul fenomeno mafia. I turisti che visitano la nostra regione devono smettere di legare l’immagine della Sicilia alla mafia. Chi propone questa immagine stereotipata dell’Isola, danneggia chi, invece, si impegna per proporre la cultura della legalità e di una Sicilia che lotta per sradicare questo fenomeno”.

 

Un passo importante forse per iniziare un percorso nuovo verso il buon gusto e l’etica, e se per esempio si facessero gli stessi discorsi su i veri giochi e giochetti richiamanti mafia e non solo?

 


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