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Eritrea / Campo militarizzato e prigione di massima sicurezza... lì dove tutti i diritti sono violati

Creato il 23 giugno 2011 da Marianna06

Dell'Eritrea i" media" occidentali si occupano poco, se non quando fanno riferimento ai legami del regime di questo Paese con il terrorismo di Al Quaida o narrano dei barconi dei migranti in fuga, che un Mediterraneo crudele, spesso e volentieri, nell'indifferenza generale di chi non è coinvolto di persona, inghiotte.

Tutto qui.

Molto poco ...in verità.

E pensare, come scrive Andrea Semplici, sull'ultimo numero del mensile dei comboniani, Nigrizia, che,appunto negli anni '90, la raggiunta indipendenza politico-militare dalla vicina e sempre in armi Etiopia faceva ben sperare per la nascita di un vero stato democratico eritreo nel Corno d'Africa.

Personalmente ricordo gli elogi che piovevano sulle soldatesse eritree belle e brave. Capaci di difendere orgogliosamente il proprio Paese e contemporaneamente di non rinunciare ad essere terribilmente femminili.

Madri ,mogli e amanti...a seconda delle circostanze.

Oggi invece, a quel che ci riferisce chi è stato sul posto, l'unico desiderio degli eritrei, specie quelli e quelle giovani, è di fuggire il più lontano dal proprio Paese.

Non importa dove.

Nella stessa Africa o in Europa.

Anche se poi c'è la consapevolezza del ricatto sui familiari che restano.

E questa gente, disperata com'è, lo mette  in conto. E va comunque.

In Eritrea pertanto pensano di restare e restano, per forza di cose, solo gli anziani.I vecchi...vecchi, gli ottanta- novantenni insomma.

Gli altri, uomini e donne, sono obbligati da un regime spietato e che non ammette repliche, a fare il servizio militare permanente fino ad età avanzata.

Uomini e donne indifferentemente.

Chi dissente, politico, militare o giornalista che sia, finisce nelle inumane carceri del Paese e vi resta fino a morte sopravvenuta.

E' già accaduto in passato, appena Isaias Afwerki si è rivelato,quando appunto le speranze di un cambiamento in meglio sono definitivamente svanite, un crudele despota, irrispettoso di ogni umano diritto.

Afwerki ha fatto dell'Eritrea, per altro nostra ex-colonia, allo stesso tempo un campo militarizzato e un lager.

Difficile definizione,tragica visione... per chi ha avuto la ventura di metterci piede come osservatore.

E ,nel contempo, sempre Afwerki, mantiene in piedi una perenne conflittualità con la vicina Etiopia quasi come se volesse fare il braccio di forza  a tempo indeterminato con il suo omologo etiopico e la sua fosse una guerra del  tutto" personale".

Finirà un giorno tutto questo?

La risposta non è facile.

Noi ovviamente lo auguriamo al popolo eritreo e facciamo appello, a livello internazionale, a quelle potenze politico- militari nel mondo che potrebbero, se volessero, mettere la parola fine, una volta per tutte, ad un regime del terrore, che ai nostri giorni non ha  proprio più ragione d'essere .

E invitiamo tutti gli uomini e le donne di buona volontà, impegnati nel rispetto dei diritti umani e civili, a che non smettano di sottolineare all'opinione pubblica i mali dell'Eritrea odierna.

Parola dietro parola... per fare corretta opinione e possibilmente presto debellarli.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

2004-08-23_bg_a
 


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COMMENTI (1)

Da Walter
Inviato il 25 giugno a 17:19
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"...Gli altri, uomini e donne, sono obbligati da un regime spietato e che non ammette repliche, a fare il servizio militare permanente fino ad età avanzata." Non mi stupisco che ancor oggi si possano leggere tali false, falsissime, deplorevoli asserzioni. Non mi stupisco, ma mi "arrabbio" (questo è un eufemismo!). In Eritrea NON ESISTE IL SERVIZIO MILITARE PERMANENTE: PER LEGGE DURA QUINDICI MESI. Le altre asserzioni, invece, sembrano (o sono?) semplicemente spazzatura. Conosco l'Eritrea e gli eritrei (tutti), la loro storia (vissuta ASSIEME a loro), la loro lingua, i loro usi e costumi. Tutto ciò mi consente di dissentire totalmente da quanto scritto dalla sig.ra Micheluzzi. Cordialmente comunque [email protected]