Erlend Loe è uno tra i giovani scrittori norvegesi più interessanti. Nato a Trondheim nel 1969, ha vissuto in Francia e in Danimarca per poi stabilirsi nella capitale del suo Paese, dove risiede tuttora, lavorando prevalentemente come sceneggiatore per la Screenwriters Oslo.
Il suo romanzo più noto, tradotto già in una quindicina di lingue, è Naif.Super, uscito in patria nel 1996 e portato in Italia da Iperborea e poi da Feltrinelli. È la storia di un venticinquenne in preda a una crisi di identità, che mette in discussione tutta la serie di priorità e di valori imposti dalla società moderna, iniziando a porsi domande di ogni genere. Il tutto è narrato con ironia e semplicità, sul filo del surreale.
A mio parere, si tratta di un libro molto riuscito: breve, scorrevole, apparentemente superficiale, ma, invece, con una sua ben connotata profondità. Il protagonista, con le sue riflessioni esistenziali naif, pone l’accento con efficacia su paradossi e assurdità che lo (e ci) circondano.
In Italia, fra le opere di Loe, oltre a Naif.Super, sono uscite anche Doppler. Vita con l’alce e Tutto sulla Finlandia, sempre per Iperborea.