Ernest Hemingway – Premio Nobel per la Letteratura 1954

Creato il 14 febbraio 2014 da Bea23

È spesso identificato come “lo scrittore estremo, sempre al limite e sopra le righe”, ma la storia di Ernest Hemingway fu tutt’altro che semplice e tranquilla. Esperienze letterarie e contatti con i maggiori esponenti della letteratura di inizio secolo (solo per citarne alcuni Ezra Pound e Francis Scott Fitzgerald), quattro matrimoni alle spalle e una vita turbolenta gli conferirono fama ma anche una forte depressione, che lo portarono a suicidarsi nel 1961.


Dopo gli studi si arruolò come autista volontario della Croce Rossa e partì per il fronte; nel 1918, mentre si trovava in Italia precisamente a Fossalta di Piave, fu ferito gravemente a una gamba da colpi di mitragliatrice. Episodio – questo – che ispirerà parecchi anni dopo il libro Addio alle armi (1929), uno dei capolavori assoluti sulle drammatiche vicende della Prima Guerra Mondiale.

Nel 1928, il padre si suicidò e questo evento, assieme alla lotta e alle violenze viste in guerra, influenzò molto il suo pensiero e la sua scrittura. Hemingway si rese conto di quanto vulnerabile e debole era la vita umana e ne raccontò ogni frammento nelle sue opere.

Il libro che lo consacrò fu sicuramente Fiesta (nella prima edizione il titolo era Il sole sorge ancora), pubblicato nel 1926, dove si narrano le vicende tra Spagna e Francia di una coppia di espatriati americani. Lui impotente a causa di un incidente, lei promiscua e provocante, questo libro rappresenta emblematicamente le frustrazioni del primo dopoguerra e la lost generation tanto decantata dal suo mecenate Gertrude Stein.

Lo stile

Scabro ed essenziale, Hemingway è rinomato per aver notevolmente semplificato ogni tipo di modulo narrativo, forte dell’esperienza giornalistica al Toronto Star. Le pause introspettive sono quasi del tutto assenti, per lasciare il posto alle sequenze dialogo-azione, che predominano in tutte le sue opere, con un lessico davvero comune. In questo modo per lo scrittore diventa semplice raccontare anche le personalità più complesse e gli stati d’animo più intricati.

I personaggi

Sprezzanti del pericolo e interessati a vivere una vita intensa, in una perenne sfida contro se stessi, gli uomini raccontati da Hemingway sono personaggi che subiscono una condizione di “grace under pressure” (grazia in situazioni di disagio). Esempi di forza e coraggio, ma anche lottatori (toreri, cacciatori e assassini) riempiono le pagine di opere come Morte nel pomeriggio, Verdi colline d’Africa (autobiografico), Gli uccisori. O ancora, come Santiago, il vecchio de Il vecchio e il mare, sono «vincitori che nulla ricavano dalla loro vittoria».

Un frame del film Il vecchio e il mare, tratto dall’omonimo libro di Hemingway. Regia di John Sturges con Spencer Tracy nei panni del “vecchio” Santiago.

I temi

Attorno agli anni Trenta e Quaranta l’autore dedicò alcuni romanzi a temi di carattere sociale: dalla depressione economica (Avere e non avere – 1937) alla guerra civile spagnola (Per chi suona la campana – 1940).

Riconoscimenti e premi

Oltre al Nobel che vinse nel 1954 con il capolavoro Il vecchio e il mare («Per la sua maestria nell’arte narrativa, recentemente dimostrata con Il vecchio e il mare e per l’influenza che ha esercitato sullo stile contemporaneo»), Hemingway vinse anche il premio Pulitzer nel 1953.

Hemingway rimane uno dei capisaldi della letteratura americana e internazionale. E uno dei miei 10 autori preferiti (la lista completa la trovate qua).

Avete letto qualcuno dei suoi libri? Cosa vi è piaciuto e cosa no?


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