Eroe senza patria: la guerra e lo spionaggio secondo Fausto Vitaliano e Paolo Mottura

Creato il 28 luglio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Si parla di Vietnam e tutti pensano immediatamente alla guerra mossa dagli Stati Uniti d’America al paese dell’Indocina tra il 1960 e il 1975, resa celebre da numerose pellicole cinematografiche sfornate da Hollywood.
Ma la Storia, come sempre, è costituita da una serie di cause ed effetti collegate tra di loro, e andare a vedere gli antefatti di alcuni fatti storici eclatanti può spesso risultare un’operazione assai stimolante.
Così fanno Fausto Vitaliano e Paolo Mottura, autori del ventiduesimo numero della testata Bonelli Le Storie, ambientata sì in un Vietnam in guerra ma sei anni prima della costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale, che viene idealmente considerato l’evento che segna l’inizio della guerra del Vietnam.
Eroe senza patria, infatti, si svolge nel gennaio del 1954, quando nel Paese si sta consumando la cosiddetta guerra d’Indocina tra la Francia, che voleva mantenere il Vietnam come propria colonia, e il Viet Minh, un movimento paramilitare costituito per battersi a favore dell’indipendenza del Paese.
Come sottolineano le ultime due tavole dell’albo, pochi mesi dopo si sarebbe svolta la battaglia di Dien Bien Phu che nel luglio dello stesso anno avrebbe chiuso quella guerra.

È in questo scenario di guerra e tensioni sociali che si muove Jacques Dubas, ex legionario della Seconda Guerra Mondiale che a Marsiglia si guadagna da vivere come supervisore per il contrabbando di sigarette e alcoolici, per conto di un boss della mafia locale. Suo malgrado, viene coinvolto dai servizi segreti francesi e invitato a recarsi a Nam Dim, dove deve svolgere una missione di grande importanza per le sorti della guerra stessa: uccidere un traditore.
Addentrarsi maggiormente nella trama rischia di svelare troppo, per una storia che basa buona parte del suo fascino sullo sviluppo di una situazione che inizia presto ad apparire ambigua, come da buona regola quando in scena si muove lo spionaggio internazionale.

Ma si possono fare senz’altro alcune riflessioni sulle tematiche espresse nel racconto dallo sceneggiatore, Fausto Vitaliano, qui al suo esordio su un albo Bonelli dopo aver scritto numerose storie a fumetti per Topolino e con tre libri all’attivo, di cui due romanzi. Proprio con la sua attività letteraria si può trovare una convergenza per quanto concerne la tematica principale di Eroe senza patria: il rifiuto per la guerra. Vitaliano non è nuovo a tale argomento, e quando lo tocca, lo fa sempre condannando la guerra, che sia fatta di scontri a fuoco oppure di metodi più sottili, che sia eccezionale o quotidiana. La disillusione di Jacques verso un mondo che ancora vede il conflitto bellico come una via percorribile rispecchia quella dell’autore, e tanto più è in grado quindi di colpire il lettore.

Vitaliano mette le sorti di questa strana missione nelle mani di un uomo comune, che finisce in un gioco decisamente più grande di lui. Viene coinvolto da gente che pensa possa fare al caso loro, ma in realtà ha modo di fare la differenza rendendo la situazione più complessa del previsto. Si tratta chiaramente di uno stilema tipico del genere avventuroso che, dal Mickey Mouse delle strisce di Floyd Gottfredson ai protagonisti di alcuni film di Alfred Hitchcock, ha fatto scuola in vari media: lo sceneggiatore sfrutta questa tecnica per creare empatia tra Jacques e il lettore e per dimostrare come una persona comune possa essere determinante.
A livello di caratterizzazione, poi, il protagonista risulta immediatamente simpatico grazie ai dialoghi che intesse, carichi di quel sarcasmo tipico della scrittura dell’autore. Di contro però Jacqeus risulta poco verosimile a livello letterario: le sue azioni sembrano spesso meccaniche, e non sempre traspaiono le passioni che lo muovono.

Analizzando la struttura narrativa, si possono riscontrare un paio di passaggi che scricchiolano. Teoricamente Jacques non dovrebbe aver la possibilità di contattare il funzionario dei servizi segreti che l’ha ingaggiato, per una questione di sicurezza e di copertura della missione, ma il protagonista a un certo punto lo fa tranquillamente dal telefono di una villa privata.
Il passaggio tra pagina 36 e pagina 37 risulta inoltre un po’ brusco: si tratta di uno stacco netto di ambientazione e momento che probabilmente in un film non avrebbe stonato, ma che nel fumetto rischia di disorientare leggermente il lettore. In altre occasioni si riscontrano invece passaggi ridondanti, vignette che mostrano in modo esageratamente dettagliato gli spostamenti del protagonista, in una ricerca di iperrealismo che non funziona perfettamente nel racconto a fumetti.
Non si tratta di situazioni che inficiano la storia nel complesso ma soluzioni non proprio ottimali che sono facilmente rilevabili.

Alle matite troviamo Paolo Mottura, un altro nome che spesso si accosta al fumetto Disney, avendo all’attivo numerose storie per Topolino e PK, caratterizzate da un tratto fluido e fortemente dinamico.
Qui è alle prese con il disegno realistico, e se la cava abbastanza bene, rendendo piuttosto interessanti i volti e le espressioni dei personaggi che recitano in questa avventura, anche se non sempre azzeccati e tecnicamente accurati.
Altro merito del lavoro di Mottura sono le ambientazioni: intriganti ed evocative, regalano al lettore le atmosfere che Vitaliano voleva infondere alla storia. La cosa vale sia per la parte ambientata a Marsiglia sia quando lo sfondo dell’avventura diventa il Vietnam: e, come questo secondo paesaggio regala maggiori inquietudini nella sceneggiatura, altrettanto lo fa attraverso le tavole di Mottura, che realizza vignette in cui il protagonista si aggira per vicoli che non sono a lui familiari, e che metaforicamente lo imprigionano.
In alcuni punti si riscontra qualche incertezza nel segno, pur non scadendo mai sotto un livello qualitativo largamente sufficiente.
Paolo Mottura dimostra di essersi documentato per riproporre in modo fedele questi scorci, e alla fine dell’albo offre al lettore due pagine dall’effetto acquerellato, molto suggestive, il cui stacco rispetto al resto della storia è giustificato dal fatto che in quello spazio Vitaliano riassume la conclusione della guerra d’Indocina, come se fosse una nota storica.

Dal punto di vista estetico un neo è da imputare anche all’edizione, che in alcune pagine mostra sbavature d’inchiostro che non permettono di apprezzare appieno l’opera del disegnatore; lo spiacevole inconveniente avviene anche nelle succitate ultime due tavole, rovinando leggermente la resa estetica finale.

Per il resto siamo di fronte a un racconto solido, che al netto di un paio di sbavature centra comunque l’obiettivo raccontando una pagina di Storia poco nota tramite un fumetto avventuroso, ben congegnato e dai disegni efficaci.

Abbiamo parlato di:
Le Storie #22 – Eroe senza patria
Fausto Vitaliano, Paolo Mottura
Sergio Bonelli Editore, luglio 2014
114 pagine, brossurato, bianco e nero – € 3,80
ISBN: 9 772281 008006


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :