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Buon giorno cari amici di Letture,Rieccomi con la rubrica Eroi di carta e d’inchiostro,
dove è mia abitudine intervistare per voi i personaggi dei romanzi che ho letto per voi. La protagonista che oggi ha accettato di rispondere alle mie domande è Ginevra protagonista di Una ragazza Young adult di Mauro Mattiolo ( quila mia recensione) .A voi la nostra chiacchierata!Oggi mentre passeggiavo in zona San Siro ho incontrato Ginevra la protagonista di Una ragazza
Desy:- Ciao Gina, grazie per aver accettato d’incontrarmi per chi non ti conoscesse ti andrebbe di presentarti?
Gina:-Ciao, e scusa il ritardo, io sono cronicamente in ritardo, un po’ lo faccio apposta per fare la figa, un po’ mi succede perché ho sempre un milione di cose da fare. Presentarmi a chi non mi conosce? Vediamo… da dove posso iniziare?Avete presente la perfezione? Io sto da quelle parti. Diciamo che l’autostima non mi fa difetto. Ho 17 anni e proprio in questi giorni mi tocca tornare a scuola, dovrò onorare il Liceo Pascoli della mia scintillante presenza almeno per un paio d’anni ancora, purtroppo. Cos’altro? Ah sì, ho una sorella che si chiama… mi pare Sabrina, ma non sono sicura, è un essere talmente insignificante che la si nota appena. Ho un gatto che si chiama Parsifal e… No, basta così, chi vuole sapere gli altri affari miei, si deve leggere il libro.
Desy: - Come ti è venuta l’idea del diario?
Gina: -Ma sai che non ti saprei proprio dire perché ho iniziato a scriverlo? Ero annoiata, forse, oppure riflettendo su quanto sono straordinaria dev’essermi sembrato inevitabile tramandare ai posteri le mie gesta. Adesso che mi ci fai pensare… lo avrei scritto ugualmente se avessi saputo in anticipo quello che stava per succedere? Le figure da scema che avrei fatto, di lì a poco, e tutti i pensieri imbarazzanti che non sarei riuscita a trattenermi dal confessare sul diario? Così, ora, chiunque lo legge può sapere come sono fatta veramente e Sabrina, per esempio, ormai sa che non la odio davvero e tutto il resto. Ma sì, dai, questo lo sapeva anche prima e forse è stato meglio così, fare la stronza a tempo pieno è troppo impegnativo. Però è figo, e allora faccio ancora la stronza, solo part time.
Desy: -Dopo l’incidente il tuo rapporto con Allegra è cambiato ci parli di Lei?
Gina: -Ecco un buon esempio. Voglio dire: una con cui ho smesso di fare la stronza. Di Allegra vedevo solo quello che mi faceva comodo. È facilissimo fabbricare dei buoni motivi per odiare qualcuno, la materia prima non manca mai e poi io sono una specialista in materia. Ma adesso le cose sono cambiate: la suoneria personalizzata degli sms di Allegra suona molto spesso sul mio i-Phone e la mia sul suo, siamo amiche su fb, manco a dirlo, e usciamo spesso insieme. Abbiamo deciso che quest’anno faremo un casino bestiale a scuola e domineremo la classe dall’alto della nostra indiscutibile superiorità intellettuale. Tutto fila liscio, insomma, e ora mi sembra assurdo che sia stato necessario un evento così traumatico per mettere le cose a posto.Ecco, se devo proprio essere sincera una cosa che non va in Allegra rimane. Ma porca di quella… Perché deve essere sempre così carina, praticamente perfetta? Non potevano almeno farle il naso leggermente storto o più grande? Oppure gli occhi un po’ meno azzurri? Non potrebbe essere presa all’improvviso da un irrefrenabile desiderio di Nutella? Magari, se ingrassa almeno un pochino la smette di calamitare il novantanove virgola tre percento degli sguardi e ne lascia qualcuno in più a me. Cazzo, a volte andare in giro con lei è deprimente, mi sembra di essere la figlia dell’uomo invisibile! Lo so, sono occupata e non dovrei curarmene ma, diciamoci la verità, quegli sguardi lì fanno sempre piacere. Quando penso a queste cose mi viene voglia di odiare ancora Allegra. Lo so, ho promesso di non farlo mai più ma… Dai, posso odiarla almeno un pochino?
Desy :-L’ incontro con Vicenzo è molto importante, ci parli di lui, del vostro rapporto ?Gina: -Per come la vedo io Vincenzo è uno che fa i miracoli. Mi spiego:lui mi ha insegnato qualcosa, impresa cui nessun maschio di qualunque età, ordine e grado si era mai nemmeno lontanamente avvicinato, se si esclude la possibile eccezione di mio nonno Gianni che da piccola mi aveva spiegato la scala 40 e la briscola. Il fatto di per sé è già eccezionale, voglio dire: e quando mai i maschietti (ah come mi piace questo diminutivo che li prende per il culo senza che se ne accorgano) hanno avuto qualcosa da insegnare a noi ragazze?Ma quello che rende l’impresa ancora più straordinaria, facendola entrare nella categoria del miracoloso, è che Vincenzo mi ha dato lezioni di vita senza nemmeno aprire bocca. Ora, per una come me che parla in continuazione, per lo più a vanvera, il fatto che un essere umano possa scegliere deliberatamente di non sputare sentenze su ogni cosa e addirittura si rifiuti di aprire bocca per interi quarti d’ora, era semplicemente inconcepibile. Vincenzo è così, lui è capace di farti sentire speciale con uno sguardo ma anche di usare il silenzio in modo artistico per lasciarti intuire che gli stai rompendo l’anima. Ci ho messo un po’ a risolvere il rebus ma ora che ci sono arrivata…Eh no, alt! Da qui in avanti inizia il paese dei cavoli miei.
Desy: - Ringraziandoti un’ultima domanda o meglio richiesta hai qualcosa da dire a Mauro?Gina:-Grazie a te, si capisce che sei una in gamba, potresti tranquillamente essere mia amica, a proposito, se stai su facebook ti aggiungo subito.Ah, ma volevi sapere di Mauro… Quello sfigato! Sì, un paio di cose da dirgli le avrei: tanto per cominciare non deve neanche provarci a montarsi la testa, ma neanche tanto così. Se c’è una stella qui, sono io, lui sta solo vivendo di luce riflessa. Se non fosse per me non se lo filerebbe nessuno, a parte, forse, quella martire di sua moglie. Detto tra noi: una da fare santa subito. E poi vorrei dirgli che sono anche un po’ incazzata con lui: per colpa sua una cifra di affari miei sono diventati di dominio pubblico. Sììì lo so, lui risponderebbe che è una cosa carina, che tra qualche anno, quando ripenserò a tutta questa storia, sorriderò e gli sarò persino riconoscente: non a tutte le ragazze capita di finire dentro un libro. Su quest’ultimo punto sarei quasi tentata di dargli ragione ma, ripensandoci, piuttosto che concedergli questa soddisfazione mi faccio investire da un tir! Che ci volete fare, sono un po’ stronza e non posso cambiare di botto. Mauro lo sa meglio di tutti e sono sicura che non si lamenterà, anzi, si farà una bella risata.
E con questa ultima rubrica salutiamo, in attesa di “Luce”, Mauro Mattiolo che Letture ringrazia per la disponibilità, la cordialità e il sostegno. La settimana prossima sia il Tè delle cinque che Eroi di carta e d'inchiostro saranno dedicati ad un altro romanzo seguiteci per scoprire quale...
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