Eros e civiltà (l'anima nelle età dell'oro)

Da Tarocchipensiero @MichelPelucchi

Eros e civiltà .

Con questo titolo intendevo esprimere un'idea ottimistica, eufemistica, anzi concreta, la convinzione che i risultati delle società industriali avanzate potessero consentire all'uomo di capovolgere il senso di marcia dell'evoluzione storica, di spezzare il nesso fatale tra produttività e distruzione, libertà e repressione - potessero, in altre parole, mettere l'uomo in condizione di apprendere la gaia scienza, l'arte cioè di utilizzare la ricchezza sociale per modellare il mondo dell'uomo secondo i suoi istinti di vita, attraverso una lotta concertata contro gli agenti di morte. (H. Marcuse)

L'Anima fu fatta di Spirito e dappertutto compie, toccante, si fa lingua dell'onda oscura che invade e illanguidisce spesso la parola. Silenzio! L'Anima è silenziosa. O lingua dei Poeti... carica di sventura. "Il vento l'altra notte ha abbattuto l'Amore" (Verlaine).Colloquio sentimentale. Drappello. Sono io e il vento. Delirio. La rosa è al cappello. Silenzio. La gonna. Silenzio. Vado a ritroso. L'Anima nell'età dell'oro era mite e silenziosa. L'acerba. Implacabile scattante. Che alza. Silenzio. O lingua dei Poeti... "più niente se non la voce che celebra l'Assente". (Verlaine)

"Coriandoli" si chiamano que' confetti che hanno per anima un coriandolo ; e per similit. quelle pallottoline di gesso, che per chiasso si gettano addosso alle persone nei corsi del carnevale. (etimo.it)

Sempre dovreste dire che un Poeta frastaglia coriandoli. Il verbo... "Mi permetta Signora!..." "È coriandolare, è gente che ride che va e che canta, che balla davanti a una bella...".

Non esiste... ma io vi chiedo " Quale sarà l'impegno dell'uomo per i prossimi venti secoli?". Eppure venti secoli di ciarpame alla Campbell sono stati sufficienti per sbarazzarsi di tutta la mitologia che ha lungamente riflettuto sopra il sangue cattivo dell'umano. Era geniale. Geniale assistere dell'Uomo al suo destino, vederselo compiere sotto il naso, impallidire, e scoprire di essere un fact totum, il burattino.

Ecco, ad esempio nessuno mai ha compreso che Pinocchietto nacque da quell'impiastro che fu la balena. L'oppiacea Balena, a sua volta fu la vera creazione della storia umana... ¥∆∆€ La vera reazione della storia umana. Occorre però intendersi.

La Balena è nient'altro che un espediente per raccontare (altrimenti avremmo solo il Silenzio che costituisce il segreto del mythos) dell'Origine: il "caos" dell'Acqua come il "motivo inconscio indifferenziato (o collettivo)", esistente forse prima che l'uomo si individualizzasse. Questo appunto il nostro argomento...

Non è poi un caso che l'Acqua (da intendere simbolicamente come "processo psichico") domini di fatto la natura sentimentale e istintuale dell'uomo, il cui movimento naturale è verso "il fondo", in direzione del pozzo, oppure dentro le fauci del mostro marino.

Là - scrive ancora Jung - dove sono le profonde scaturigini dell'Oceano, l à dimora il Leviathan; di l à salgono i flutti che distruggono ogni cosa, il mare della passione. La sensazione di soffocamento e di oppressione provocata dalla ressa degli istinti sembra proiettata sotto forma di flutti che salgono ad annientare ogni forma di vita, affinch é da questa distruzione risulti una creazione nuova e migliore (Jung, Simboli della trasformazione)

Il mostro marino, al pari dell'Oceano costituiscono il campo indeterminabilmente grande della nostra identità originaria. La lotta per attinger
quel che siamo e come realmente siamo. Questo processo in discesa (almeno apparentemente) è doppiamente significativo:

In definitiva l'Acqua, o più fiabescamente la Balena, sono qualcosa che al pari dell'Inconscio non ci è affatto noto. Dobbiamo così ammettere la possibilità che esista una medesima energia psichica (o anche Poetica "partecipazione") per nulla compresa dalla logica asciutta del raziocinio - di agenti reali emotivamente preponderanti in luogo dell'Io cosciente.

Questa che segue potrebbe essere la lunga ed esemplare spiegazione che Freud offrirebbe alla nostra ciarliera e assai diffidente Signora.

Freud: "Per la psicoanalisi ogni atto psichico è, in principio, incosciente e l'attributo della coscienza può aggiungersi in seguito o venire a mancare del tutto. Queste affermazioni urtarono contro l'opposizione dei filosofi, per i quali "cosciente" e "psichico" sono un'unica cosa, essendo loro impossibile concepire un assurdo come quello di una "psiche inconscia".

La psicologia dovette, tuttavia, procedere oltre, senza badare a questa idiosincrasia dei filosofi. Essa vi fu costretta dalle esperienze, tratte dal materiale patologico e del tutto sconosciute ai filosofi, relative alla frequenza e alla potenza di impulsi che sono ignorati dal soggetto e che possono tuttavia essere ciò nonostante individuati così come si può individuare qualunque altro fenomeno del mondo esteriore.

Qualora continuassimo lo svolgimento di questo argomento e deducessimo da esso che gli atti ignorati fanno parte di una seconda coscienza, giungeremmo alla concezione di una coscienza della quale non sappiamo niente, ossia di una coscienza inconscia, ciò che non costituisce un vantaggio sull'ipotesi dell'esistenza di un inconscio psichico." (Freud, Storia della mia vita)

Ad esempio, come non veder trasdotta quell'energia collettiva e archetipica (l'inconscio) che genera "impulsi ignorati dal soggetto", aventi addirittura "frequenza" e "potenza", come non vederla trasdotta nel termine "Libido"?

La questione è capitale tanto da avere provocato il contrasto e conseguente distanziamento di Jung da Freud; sicché, l´inizio su quelle fonti energetiche primarie e universali che sono gli archetipi, le mitologie, i simboli nasce in Jung proprio nell´aver intravisto - e poi sondato - la magnitudo del fenomeno energetico: quell´inopinabile fonte che costituisce la nostra ¨identità originaria¨, grande come la Balena, immensa come l´Oceano.

Psicologicamente significa che la libido, come forza del desiderio e dell'aspirazione, come energia psichica nel senso più ampio, in parte è a disposizione dell'Io, in parte si comporta difronte ad esso automaticamente e, qualora se ne dia il caso, lo determina, sia ponendolo in una situazione disperata da esso non voluta (vedi per l'appunto Pinocchio inghiottito dalla Balena n.d.r.), sia dischiudendogli un'inaspettata sorgente di forza. (Jung, Simboli della trasformazione)

Si perché la libidoin senso ampio è (il) Tutto: "il sedimento di tutte le esperienze della serie degli antenati" non soltanto dal punto di vista istintivo-sessuale, quanto creativo a livello assoluto, generativo dell'uomo coi suoi comportamenti, le nevrosi e i conflitti. Essa costituisce quel "mondo interiore" indifferenziato, l'inconscio collettivo che opera con esiti sovraindividuali, e dunque capace di esistere avendo di per sé vita autonoma. Il cosiddetto "complesso" indica propriamente tali elementi psichici attivi (costellati) rimossi nell'inconscio; non per questo vanificati, conducono essi un'attiva esistenza in totale e piena autonomia.

Sicché, il singolo omuncolo che non si decida attraverso "lunatico", e come tale "sostanza un superiore atto di volontà per la realizzazione della coscienza (l'Oro della tradizione alchemica), sarà decisamente un essere dominata dalla Luna". Quell'omuncolo sarà soggetto eternamente schiavo, un ibrido, qualche cosa di falòtico, di instabile e trasformabile all'infinito - cioè quel "tale" verrà sempre condizionato da complessi mai estinti, in luogo invece di una reale trasformazione dell'energia prima archetipica, concepita fin'ora da noi occidentali come libido. Jung in questo senso è definitivo:

Pinocchio, allo stesso modo, da burattino deve operare la suddetta trasformazione, un cambiamento della propria natura essenziale attraverso un superiore atto di volontà per la realizzazione della coscienza.

Aggiungo che non è certamente un caso che il simbolismo dell'Acqua (costituente primo della fisiologia umana) sopra descritto abbia una relazione diretta con la Luna, laddove la sua si esplica nel fenomeno delle maree,determinando spostamenti/mutamenti davvero incredibili.

Li notiamo presenti psicologicamente nell'umanità cosiddetta civile, del resto "ancora priva dello strumento regio della coscienza". Il solo ambito premio che fa dell'eroe un salvatore. Per il resto l'uomo secolare è ancora annacquato, si sposta con la bella o brutta marea. Non ancora decide. Crede molto nelle sue presunte decisioni volontarie, ma è schiavo di una "macchina" (o matrix) meglio organizzata.

Non stupiamoci se accade infine quel disastro della (pressapoco) civile umanità narrato nel mito del "diluvio universale". Svegliamoci...! da che il mare è dentro ciascuno di noi, e mai soltanto fuori.

S'accendeva d'acqua ed il fuoco nell'Acqua di celeste azzurro "mare" ... di nuovo ancora quest'ultima parola sola Lo faceva ansare ... mare mare mare ...

l signor Gurdjieff aveva ragione: "L'uomo ancora non è, come potrebbe o dovrebbe essere". L'uomo non ha una Volontà. Sottoposto alla Legge dell'accidente nasce e muore in schiavitù, perennemente oppresso accetta un'innaturale condizione di vita come il grande compromesso storico della politica, dello stato, della società.

Io dico solo questo: che ad un certo punto i coriandoli devono averci annebbiato la vista, senza di fatto darci ad intendere che siamo a pezzettini e svolazzanti, ubriachi per le strade o depressi, alcuni di noi rinchiusi, addirittura moribondi nelle proprie case. la vita nella propria casa

Non a caso Jung in Simboli della trasformazione fa menzione del fatto che le questioni legate al "fato" "destino" ( Heimarmene), alla Necessità ( Ananke) condizionante lo sviluppo spirituale e individuale dell'uomo antico, di intere civiltà, e così anche la nostra, fosse dovuto ad una " costrizione da parte della libido", altrimenti detta "luce/fuoco originario": "il calore diffuso per ogni dove, che tutto ha creato e che perciò è anche il destino".

Qui ritorniamo a bomba su quanto precedentemente espresso, cioè che "la mitologia ha lungamente riflettuto sopra il sangue cattivo dell'umano. Era geniale assistere dell'Uomo al suo destino, vederselo compiere sotto il naso, e scoprire di essere un fact totum , il burattino".

utto ciò si rivela fortemente condizionante solamente se non sappiamo "armonizzare" le nostre energie con quelle del cosmo - energie universalmente presenti le une nelle altre, anche se alla base, come vedremo nella seconda parte, non c'è alcuna distinzione. Esistiamo in principio nell' Atum.

Le parole del resto fanno riflettere: Calore diffuso per ogni dove... tale è la causa ultima per la concezione stoica, da associare appunto all' immagine della libido: Una stessa Energia Cosmica in trasformazione, dove "cosmos" ricorda il "Tutto ordinato", "l'insieme delle cause (trasformazioni reali) nel Presente cosmico". In quest'Ordine, nella Grande opera, i mutamenti sono "necessari", e per il Saggio (colui che conosce le Leggi dell'Universo) costituiscono paradossalmente la più grande libertà: quella Liber-azione che è il Divino ricongiungimento (samadhi), l'essere parte di una Forza ( en-ergon) immensa, sferica, vitale e distruttiva ad un tempo. Partecipazione mistica, come si disse.

Perciò il saggio si attiene alla pratica del non-fare ed esercita un insegnamento senza parole. Tutte le cose nascono, ed egli non le rifiuta; vivono, ed egli non se ne appropria; esistono; ma non vi fa affidamento. E appunto perché non vi dimora, non ne viene mai mandato via. (Lao-Tzu, Il libro del Tao) Nellopera compiuta non dimora.

Da notare segnatamente, che la Via (Tao) "descritta" da Lao-Tzu (tradotto: il vecchio Saggio) nel libro Tao-teh-ching, viene a delinearsi in netta somiglianza con il Calore, il Fuoco, e con l'archetipo di un'energia femminile che è genitrice (colei che dà la vita) ma anche possibile causa/impedimento della determinazione individuale di ciascun essere.

In ogni processo di creazione, sembra debbano distinguersi le vie di liberazione e raggiungimento, dalle vie di oppressione e dispersione.

Abbiamo questi riferimenti per comprendere la Via, ovvero la Libido come fu pensata dall'antica mitologia cinese.

"Non-essere" (il "non-delimitato in quanto "è", o ente de-finito") è il nome che diamo all'origine del cielo e della terra. (Lao-Tzu, Il libro del Tao)

Quindi questa arcana figura del Tao può essere, al pari del Fuoco che origina ma non si vede,

In definitiva, una stessa esperienza, l'una concomitante l'altra, sembrano essere la Vita estatica della Coscienza, e dall'altra la Forza coercitiva del Destino. Il Calore, l'Energia è di fatto una stessa sorgente occulta, ed è per questo che agli Uomini veri spetta la Scelta.

Sicché, come Coscienza vissuta sul piano individuale abbiamo due Vie da percorrere:

Il Tao ( la Via) manco a dirlo è duplice col senso del paradosso, cioè l'una e l'altra cosa assieme, proprio come voleva (guarda che caso!) l'oscuro Eraclito, contemporaneo del Lao-Tzu. Egli (de)scrisse sempre la Grande Parola: l'Uno distinto in se stesso ( hen diapherómenon heautó). La Coscienza è il suo Destino non possono essere separati, disgiunti ognun per sé.

C'era qualcosa di caotico e perfetto prima che il cielo e la terra nascessero (il cielo e la terra simbolizzano il dualismo dianzi accennato, n.d.r.). Silenziosa, vuota, sta da sola e non cambia. Gira intorno instancabile. Si può considerare la madre dell'universo. (Lao-Tzu, Il libro del Tao)

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