Mi ero più volte riproposta di non pubblicare questo post. Anzi, in generale di non pubblicare più post riguardanti la mia vita privata, la relazione con il mio solito fidanzato. Eppure qui lo faccio, ancora. Non riesco minimamente a esorcizzare questa sensazione dentro di me. E scrivo.
Sabato sera non ho lavorato come al solito al locale tedesco in quanto c'era un party o simile, un evento su cui Spen si era impuntato notevolmente. Ormai so che quando fa così o mi metto a discutere e finisce che ci andiamo comunque ma con due musi da funerale o che io lavoro e lui ci va da solo e il giorno dopo abbiamo ugualemnte i musi da funerale e cominciano poi, in entrambi i casi, i nostir periodi di silenzio. SOno logorata da quest'ultimi, non ho i nervi per sopportarne altri. Per cui ho detto di sì senza nemmeno fiatare e ho avvisato che non sarei andata al locale. COsì mi sono agghinadata, truccata e sistemata e ho fatto del mio fidanzato una persona felice. Ho bevuto, ho regalato sorrisi di circostanza, ho perfino chiaccherato con qualche stupenda oca che sghignazzava in giro. Mi sono rifatta il trucco in bagno con altre oche conciate come me, annullando ogni forma di residua attività intellettuale e disquisendo unicamente di shopping e cosmetici. Tutto sorridendo.
Ho mangiato finger food che avrà progettate un architetto e bevuto vino francese e californiano che sarà costato più degli ottocento dollari che mi restano sempre in banca. Ma sorridendo.
Peccato solo che abbiano iniziato a parlare di politica.
Adulti con la faccia di gomma, senza una ruga o un'occhiaia che mi chiedo ma questi cazzo non lavorano mai?? con una logica becera da terza elementare, ignoravano perfettamente che al mondo esiste una cosa che si chiama crisi. Ragionavano convinti che ci si possa arricchire tutti con facilità, che non esista nessuno che abbia problemi economici oggi in America e che per ottenere una cosa basta volerla intensamente.
Ho continuato a sorridere. Poi, una votla raggiunto il cesso, firmato e lustro ma sempre cesso è, ho vomitato l'anima.
Ho provato a parlare con Spen, perchè io resto convinta, dopo anni di convivenza e di rapporti, che lui non è così. O almeno non del tutto.
Giuro, ci ho provato, e sono rimasta calma. Finchè lui mi ha detto :"perchè devi sempre trovare da dire agli altri? Ignorali e basta, goditi la festa, guarda la vista che c'è sulla città. Cerchiamo di essere felici." Certo. Happy hour baby, mucho mas margarita.
Con le lacrime agli occhi ho continuato a sorridere. COn le lacrime bruciate lungo le guance ho continuato a sorridere. Mi è finito qualcosa in un occhio scusate, ora corro a rifarmi il trucco.
Il viaggio di ritorno è stato silenzio.
Io non lo sopporto più il silenzio.
"Ti prego facciamo finta di niente. Hai ragione tu, scusa." gli ho detto.
"Siamo andati a casa. Come sempre quello che vuoi Eileen. Come sempre hai vinto tu. Segnati un altro punto." mi ha risposto.
Giuro ancora sorridevo.
E poi nella notte, quando nonostante tutto come ogni volta ci siamo passati sopra e abbiamo comunque fatto l'amore, mentre lo sentivo muoversi dentro di me, avrei voluto che morisse. Giuro su tutto ciò che ho di più caro pregavo che lui morisse, che le cose tornassero facili come quando stava a sei ore d'aereo da me, che non ci fossero più momenti taglienti e aspri come cocci di bottiglia su un pavimento freddo.
Più sentivo che lo amavo ugualmente e più pregavo per la sua morte istantanea.
Una relazione normale. Normale. Solo quello.