“…Confermo, non sono un ipocrita e non ho né paura né vergogna di mostrarmi per quello che sono, che le gonnelle delle gentildonne sono state, sono e saranno sempre uno dei miei principali interessi spirituali. Del resto, se potessimo leggere nel pensiero sia femminile che maschile, sono certo che troveremmo la conferma di quella che io ritengo una verità assoluta e cioè che tutte le nostre forze, direttamente o attraverso varie forme di sublimazione, siano indirizzate al soddisfacimento di un desiderio ancestrale e insopprimibile.
Eros è il dio più forte, creatore e distruttore, quando, terribilmente, si associa a un altro dio potentissimo, Thanatos. ”Io distruggo perché amo” diceva Carmelo Bene…e ricordi “Duello al Sole”, che comincia con una citazione di Eraclito fatta da Scott Chavez a sua figlia Pearl e finisce con lei e Lewt che si massacrano a vicenda e muoiono annaspando nella polvere, l’uno alla ricerca della mano dell’altra?…magnifico.
Qualche giorno fa, si parlava del film di Martone. In una delle sequenze più belle e intense vediamo Cristina di Belgioioso in un palco di teatro, tra due dei protagonisti maschili. In platea una zuffa tra conservatori, che inveiscono contro gli attori che mettono in scena uno spettacolo troppo innovativo e uno sparuto gruppo di scapigliati che gridano: “laissez-les jouer! laissez-les jouer!”.
Cristina si alza e si aggiunge al coro, seguita dai due giovani. Si siedono, lei li guarda negli occhi, prima l’uno, poi l’altro, prende le loro mani e le preme sul suo grembo…di un erotismo “risorgimentale” da far risorgere i morti.
Fa il paio con “L’altra faccia dell’Amore” di Ken Russel. Čajkovskij vive nella casa di Nadežda von Meck, ma i due non si incontrano…e non si incontreranno mai. Lei, quando il maestro è fuori, entra nella sua stanza, accarezza i tasti del suo pianoforte, i suoi spartiti. Un giorno su una tavola disordinata, trova una mela mezza rosicchiata, la prende, se la porta alla bocca e la morde voluttuosamente…magnifico.
L’erotismo è qualcosa di sublime, nulla a che fare con la pornografia, che smuove soltanto i visceri, che risveglia “una tetra foia animale”, come direbbe Tomasi di Lampedusa. Quanto sia sublime lo testimonia una mia esperienza adolescenziale.
Avevo quindici anni e passeggiavo in compagnia di una madonnina che amavo, riamato, benché le massime libertà che io mi concedessi fossero quelle di stringere le sue mani adorabili e accarezzare i suoi capelli di un biondo da far male.
“Andiamo a San…e facciamo la Comunione insieme” mi disse a un certo punto, con quel suo tono perentorio che non concedeva repliche, come quando mi mandava un suo paggetto per convocarmi senza indugio a casa sua, un palazzetto del Trecento dove ho trascorso alcune delle ore più belle …e fu quella, credo, l’esperienza erotica più intensa della mia vita.”
Federico Bernardini
Immagine: Il dio Eros, fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:Eros_bow_Musei_Capitolini_MC410.jpg