Martin Milk
STORIE DA ORSI
Titolo: Storie da Orsi Autore: Martin Milk Editore: Lite Editions Prezzo: € 1,99
A cura di Irene Pecikar
Commento: Da tempo leggo la letteratura erotica, sia contemporanea che storica. In questo periodo è sempre più seguita anche qui da noi, sdoganando gli assurdi tabù radicati nella nostra cultura. Storie di Orsi è un omoerotico dalla varie sfumature. Alcuni racconti sono più forti, altri più tormentati, altri ancora di una dolcezza che colpisce o di un’ironia che disarma. Situazioni che potrebbero essere lontane, eppure così vicine. Martin Milk porta il lettore a esplorare un mondo spesso sepolto, di cui si sa ma si preferisce non parlare, chissà perché poi… Ci trascina nella passione, passo dopo passo, o ci getta allo sbaraglio, a seconda del momento. L’eccitazione e l’aspettativa sono stuzzicanti e palpabili. In ogni racconto il lettore e al suo fianco, vede e prova con gli occhi del protagonista. Non sempre c’è il lieto fine: talvolta il rosso della passione si mescola a un altro rosso... Non dico oltre, lascio a voi il piacere della lettura. La scrittura convince. Le trame sono very hot.
Sinossi: In quattro racconti, quattro diverse situazioni eccitanti, i veri protagonisti sono loro. Gli orsi, uomini con o senza barba, piu' o meno in sovrappeso, irsuti o glabri, ma pur sempre maschi che amano altri maschi e si salutano con 'Woof!'. Li troviamo ovunque: dalle darkroom, dove uno spettatore cerca la sua preda e, facilitato dal buio, vive un'esperienza unica insieme agli sconosciuti avventori, alle palestre, in cui uomini misteriosi rimorchiano l'istruttore approfittando dell'ora di chiusura.
Oppure potrebbero trovarsi nel palazzo in cui viviamo, per un incontro bollente nel sottoscala, da raccontare a un dubbioso partner. Addirittura potremo conoscerne uno in rete, e organizzare un appuntamento dal vivo, per sfogare le fantasie sognate durante chat solitarie. Gli orsi sono tra noi… e la caccia è appena cominciata.
Ciao Martin, benvenuto. Accomodati nel nostro salotto dedicato all’Eros, cosa posso offrirti? Grazie mille, mi siedo volentieri. Incomincerei con un drink dal sapore dolce, una Caipiroska alla fragola, che si intona un po’ con l’atmosfera di questo salotto. E poi la vodka, si sa, aiuta a sciogliere la lingua più facilmente. Tu, cosa prendi?
Cranberry Crush, per me. Vado subito al dunque: perché scrivi il genere erotico?
Bella domanda. Perché mi piace farlo: il sesso nella mia vita ha un’importanza estrema, ma non in termini di attaccamento morboso. Si tratta, per me, di un aspetto molto importante che qualifica l’esistenza tanto quanto il lavoro o i sentimenti, un modo di esprimermi e di entrare in sintonia con chi ho vicino. Trovo, pertanto, importante anche in un hobby come lo scrivere, parlarne, e dedicargli, spesso, anche un ambito importante. Una delle mie idee è quella di uscire dalla dimensione che un aspetto così importante come la sessualità, non venga relegato in ambiti di nicchia, magari al buio, solo perché socialmente ci impongono che sia sbagliato parlarne, o farlo. Forse a volte estremizzo troppo questo aspetto, ma per me non esiste relazione sentimentale dove non ci si esprima anche con il sentimento atavico del desiderio e della passione. Fa parte del tutto, imprescindibile. E infatti i miei racconti di genere, mischiano spesso il sentimento (rabbia, amore, amicizia, desiderio) con l’atto.In amore sei attivo o passivo, fantasioso o ti fai guidare? E nella scrittura chi detta le regole, tu o i tuoi personaggi? Direi, in termini tecnici, “versatile”. Ovvero cambio sulla base della situazione e di quello di cui ho bisogno. Ci sono momenti in cui nella relazione con l’altro (fisica o mentale che sia), guido il rapporto, altri invece in cui lascio spazio all’altrui espressione. È importante dosare entrambi gli aspetti, per non cascare nella monotonia. L’importante è esprimersi sempre, senza remore o vergogne di alcun tipo. Nella scrittura tutto questo si riflette in maniera speculare. Per cui credo che, la risposta alla domanda, sia che le regole le detti io. Immagino situazioni, le arricchisco, le faccio mie, e solitamente non succede mai che la mia creatura prenda il sopravvento su di me, ma l’esatto contrario. L’emozione, il sentimento, l’atto e quello che visivamente comporta, ha una precisa regia: la mia.
Da lettore qual è il tuo genere preferito e l’autore che ti ha colpito di più? …se ne hai uno. Di norma spazio molto dal sentimentale e drammatico, in cui mi immedesimo, al fantasy e horror, quando ho bisogno di distrarmi totalmente dalla realtà, estraniarmi da tutto il resto. In termini erotici, invece, non leggo tantissimo, perché è un aspetto intimo che voglio sempre gestire come voglio, per cui è difficile che riesca a leggere qualcosa che mi convinca, che riesca a fare mio. Poi, come tutti gli affezionati, ho una predilezione per le tematiche Queer che mi riguardano da vicino. Se penso al genere erotico, sono rimasto particolarmente colpito da un’autrice che ha esordito di recente, Nina Vanigli. “La passione di Ornella” mi ha convinto parecchio, l’ho vissuto, sia fisicamente che mentalmente. Ma comunque, per produzione e per sintonia con quello che scrive, io devo molto a David Leavitt e al suo modo di rovesciare gli schemi del mondo omosessuale e della tematica LGBT. Quando hai iniziato a scrivere e cosa rappresenta per te la scrittura? La scrittura fa parte di me. È un modo per dire qualcosa a un pubblico indistinto, per far transitare un messaggio, aspetto per me basilare. Ho iniziato, guidato da questo istinto, durante l’adolescenza, per fasi alterne, rincorrendo il desiderio di lasciare delle tracce sugli stati d’animo e su quello che ideavo al momento. E non ho mai smesso da allora.
E poi, quando, come, dove? Riti propiziatori particolari? Purtroppo non lo faccio mai quanto vorrei. Non ho un dove o un quando, solo nei momenti in cui ho tempo per dedicare a me stesso e ho una storia in testa da tradurre su carta. Di solito la sera e la notte sono i momenti propizi per farlo, a casa. Devo essere solo e non essere disturbato da nessuno, soprattutto mentre vengo travolto dalle idee. Non ho rituali particolari da seguire, le idee e le storie nascono spesso nei momenti più impensati, e forse l’unico “rituale” è quello di tenerle con me fino al momento in cui posso tradurle in testi. Non è facile, lo ammetto. Quando poi finisco qualcosa e gli faccio acquisire una forma definitiva, sono solito festeggiare con un drink (anche analcolico) insieme al mio compagno. E poi … sì, mi avete capito.
Progetti futuri? Molte cose bollono in pentola, perlomeno dal profilo creativo. Ho deciso di imbarcarmi in quest’avventura solo per sperimentare l’impatto che ha sugli altri. Ma a prescindere da come vada, non mi fermerò di certo qui.
Regalaci una frase del tuo racconto? Mi sorride, contraccambio. Lo trovo bellissimo, così com’è, con la sua pancia leggermente pronunciata, coi suoi occhi affascinanti e la mascella squadrata. Un’emozione mi comprime le viscere, ma la trovo piacevole. D’istinto, la mano raggiunge le sue, con le dita ne accarezzo piano la pelle. “Ecco… io sono qui, mi sento in imbarazzo, ma ho fatto questo viaggio per stare con te, per conoscerti.” Lui annuisce, senza dire nulla. “Per cui, sì” continuo “lo voglio fare. Per me, per te, per quello che ci siamo detti, per questo desiderio che abbiamo entrambi coltivato. Sento che sarà speciale, e non lo dimenticherò mai.” Da “Verginità” – Storie da Orsi