10 ore di laboratorio di incisione.
Un soffione scavato su una lastra di zinco con cui fare i conti tra inchiostri sabbia, verdi smeraldo, blu oltremare... tentativi tesi sotto un torchio, l'acido che scava le mani, i solchi sulle lastre... e le persone accanto a te che si raccontano con i gesti, le parole, le mani, gli sbuffi, la stanchezza: momenti rappresi catturati con la coda dell'occhio. Siamo agli sgoccioli, un altro anno se ne va e dalle mani quasi già ti sfugge il segreto di una tecnica appresa, il conforto del professore che si è liberato della scorza con la forza di un sorriso e di una pacca sulla spalla: "Bravo, ci vediamo venerdi". Qualcosa ti tocca, qualcuno ti ha scavato.
Ti porti a casa ogni momento, tutto scorre ancora lento come colla sul filo della schiena, s'appiccica... siamo un letto in cui far scorrere l'esperienza.
Kant diceva che l'universo è pensiero, esso è determinante ai fini dell'esistenza... ogni cosa esiste perchè è pensata. Quanto mi piacerebbe sapere di esistere negli altri.
Almeno per una volta: pensatemi!