Quando ieri ho sentito per radio che un magazine inglese ha messo sotto controllo il telefonino di una ragazzina scomparsa pubblicando le ultime strazianti suppliche dei genitori, ho pensato: non è possibile, la notizia sarà esagerata.
Quando ho letto su un blog che un cinese ha speso 330mila euro per un chilo scarso di tartufo ho riflettuto: non è possibile, la notizia, come al solito, sarà esagerata.
Quando ho letto che se voglio mettere un litro di benzina nel serbatoio della macchina sono costretto a pagare una accisa per la guerra in Eritrea e una per la crisi petrolifera del 1979 (!) ho frenato la mia rabbia pensando: la colpa è di noi giornalisti che, per lavoro, esageriamo le notizie per fare un titolo.
Quando la settimana scorsa ho letto che per la terza volta in quattro anni la Rai ha trasmesso "per errore" una versione censurata del film "Brokeback Mountain" (togliendo, sbadatamente, le scene di amore gay tra i due protagonisti), ho immediatamente pensato: la solita esagerazione dei disfattisti.
Quando poi i cronisti presenti a Pontida hanno attribuito a Roberto Castelli la frase “i romani sono culturalmente arretrati” non ho nemmeno pensato e sono arrivato ad una conclusione: impossibile, la notizia sarà esagerata.
Ma tutte e cinque le notizie – scelte a caso nel vasto catalogo delle demenze civili, giornalistiche e politiche - sono vere. Perfettamente vere.
Non è più consentito illudersi che non sia possibile, che le notizie non siano vere o esagerate. L’inverosimile si avvera puntualmente, almeno una volta al giorno. E viene praticato con passione e dedizione.
Di tutte le zavorre psicologiche che ci gravano addosso, ce ne è almeno una della quale ci possiamo liberare sin da subito: lo stupore...