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Esce il 29 agosto Foxfire - Ragazze Cattive di Laurent Cantet (Con foto e trailer)
Creato il 21 luglio 2013 da Nicoladki @NicolaRaianoTratto dal romanzo di culto di Joyce Carol Oates, Ragazze cattive, FOXFIRE – RAGAZZE CATTIVE è il primo film in lingua inglese diretto da Laurent Cantet, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 2008 con La classe. Anche per questo film il regista francese ha ingaggiato un cast straordinario di giovanissime attrici, raccontando le vicende di un gruppo di adolescenti di una piccola città dello Stato di New York negli anni ‘50: decise a vendicarsi delle umiliazioni subite dagli uomini, le protagoniste fondano la società segreta “Foxfire”, sfidando ogni regola sociale e scardinando il soffocante conformismo dell’epoca. Scopriranno presto, però, che la libertà ha un prezzo molto alto…
FOXFIRE – RAGAZ ZE CATTIVE
è stato presentato in anteprima italiana durante la terza edizione del festival RENDEZ-VOUS - Appuntamento con il Nuovo Cinema Francese, all’interno di un focus speciale dedicato a Cantet. Il regista ha ricevuto il Premio Reset Dialogues, assegnato dall’Associazione culturale internazionale Reset Dialogues on Civilitation con la seguente motivazione: «Cantet è un grande autore che ha fatto della sua telecamera un occhio discreto ma puntualissimo nell’avvicinare scottanti temi sociali, con cuore onesto e non dimenticando la poesia del cinema. Molti lo definiscono il Ken Loach francese, in realtà il suo stile, a nostro avviso, scevro da ogni ideologia precostituita o retorica politica, cerca di mettere semplicemente a fuoco, con uno sguardo tanto umano, le contraddizioni della nostra società».
NOTE DI REGIA di Laurent Cantet
Il mondo degli adolescenti
Il mio desiderio di adattare il romanzo di Joyce Carol Oates nasce anche dalla volontà di continuare a lavorare con gli adolescenti, dopo l’esperienza de La classe. Volevo osservare di nuovo questo momento della vita in cui tante cose si decidono senza averne piena coscienza. L’utopia di Foxfire – Ragazze Cattive inizia come un’avventura ludica. All’inizio, l’incapacità delle ragazze di proiettarsi nel futuro permette loro qualsiasi cosa. Poi, quando iniziano la vita in comune, devono confrontarsi con delle questioni adulte: problemi materiali, le inquietudini su quello che vogliono diventare. La loro evoluzione è anche un superamento dell’infanzia.
Un film senza tempo
Molti film ambientati nel passato hanno qualcosa di “museale”, soprattutto nelle scenografie e nei costumi o nel linguaggio, che si sforza di integrare alcuni modi di dire dell’epoca. Noi abbiamo scelto di attualizzare la vicenda del romanzo di Joyce Carol Oates: non nel senso di trasporla ai giorni nostri, bensì di affrontarla al presente, ossia senza ricordare allo spettatore in ogni inquadratura che ci troviamo negli anni ’50. La regia stessa si divide tra un certo classicismo nel modo di affrontare il racconto e un approccio formale più diretto e “sporco” (camera a spalla, inquadrature di taglio documentaristico…). Il film acquista quindi un carattere quasi atemporale.
Un’America diversa
Il cinema americano degli anni ’50 ha stilizzato la realtà costruendo un’iconografia idealistica che volevo evitare. Mi sono piuttosto ispirato a immagini documentaristiche dell’epoca, come il sublime libro fotografico di Joseph Sterling, The Age of Adolescence (1959-1964) o gli scatti di Bruce Davidson sulle bande di Brooklyn. Ho voluto ribaltare l’immaginario del sogno americano che proclama che l’avvenire è radioso e che tutto è possibile. L’America che mi interessa è invece quella descritta da Howard Zinn in Storia del popolo americano dal 1492 a oggi: è l’America della lotta di classe, dei movimenti per i diritti civili, degli scioperi, del pacifismo e della disobbedienza civile. Il vecchio Theriault è l’incarnazione di questa storia, quella di chi è rimasto indietro, dei dimenticati che hanno scelto una vita controcorrente. Le lotte di allora rimandano poi immancabilmente a quelle di oggi e l’atemporalità di cui parlavo è legata a questa intuizione. I primi giorni di riprese hanno coinciso con le sommosse inglesi dell’agosto 2011 e leggendo i giornali ero convinto che oggi Legs e la sua banda sarebbero scese nelle strade di Londra.
Prima dell’ideologia
Le protagoniste di Foxfire – Ragazze Cattive sono sottomesse tre volte: in quanto sottoproletarie, in quanto adolescenti, in quanto donne. Ma non dispongono di una cultura politica strutturata. Il vecchio Theriault fornisce a Legs un bagaglio ideologico, un sembiante di discorso politico che lei spesso cita senza neanche crederci troppo o senza capirne la portata reale. È una questione cruciale dei miei film: prima di arrivare a pensare le cose, a teorizzarle, come vengono vissute? Il loro comunismo viene cercato e costruito a livello di semplice esperienza. Legs lo incarna quando dà il suo denaro al gruppo, le ragazze nel loro desiderio di vita comunitaria, nel bisogno di vendicarsi degli uomini che le opprimono.
La libertà degli attori
Il mio metodo di lavoro consiste essenzialmente in un modo di tenere uniti il lavoro sull’immagine e la libertà degli attori. Il direttore della fotografia Pierre Milon e la sua équipe hanno utilizzato due macchine da presa digitali, così da filmare ogni scena nella sua interezza, senza l’obbligo di girare campi e controcampi separatamente e permettendo agli attori di entrare meglio in parte e permettersi anche di improvvisare Questo metodo richiede d’altra parte un impegno maggiore sulla scenografia e sull’allestimento del set, ma mi ha consentito di girare un film ”d’epoca” con lo stesso tipo di libertà con cui si affronta una vicenda contemporanea.
Trovare le protagoniste
Con La classe il casting era stato fatto attraverso una serie workshop in diverse scuole di Parigi, con studenti volontari che improvvisavano. Per Foxfire - Ragazze Cattive, invece, sono stato io ad andare a cercare le protagoniste. Ho passato un inverno a Toronto nei luoghi in cui potevamo incontrare degli adolescenti: scuole, spazi sociali di quartiere, centri d’accoglienza per giovani in difficoltà. I responsabili del casting hanno lanciato anche un appello su internet e provinato 500 ragazze. Ma un conto è trovare delle attrici convincenti, un altro è mettere insieme un gruppo affiatato, capace di incarnare una banda come Foxfire. È per questo che, una volta identificate le protagoniste, le ho fatte stare insieme per una dozzina di giorni, lasciandole improvvisare e integrando via via la sceneggiatura. Ciascun personaggio si è arricchito così della personalità delle varie attrici.
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