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Esce in libreria la vita che ho ...

Creato il 04 maggio 2011 da Isn't It Romantic?

ESCE IN LIBRERIA LA VITA CHE HO SOGNATO di Mariangela Camocardi - EDIZIONI EUROCLUB

ESCE IN LIBRERIA LA VITA CHE HO ...Un matrimonio ostacolato riporta alla luce inconfessabili segreti. Tra intrighi e passioni, due generazioni di donne a confronto.
La bella e affermata web designer Alina Mastricardi sta per sposarsi con Nick Airoldi, avvocato di successo innamoratissimo di lei. Eppure Fania, la madre di Alina, si oppone con tutte le sue forze a quel matrimonio, accampando scuse pretestuose. Finché, davanti alle insistenze della figlia, è costretta a rivelarle un segreto scabroso: prima che Alina nascesse, lei aveva avuto una relazione con il padre di Nick, e ha sempre temuto che Alina fosse figlia di quest´ultimo, senza mai avere il coraggio di appurare la verità. Dunque, Alina e Nick potrebbero essere fratelli... Sconvolta, Alina tronca con Nick, dicendogli che l´ha tradito e che non vuole più vederlo. E a questo punto un altro personaggio si inserisce nella burrascosa vicenda: Mirco, il migliore amico di Nick, da sempre innamorato di Alina, dipendente dal vizio del gioco e indebitato fino al collo... Intrighi di famiglia e colpi di scena si susseguono tra le case di Milano e le ville del lago Maggiore. Fino all´epilogo, inaspettato e molto romantico.


Mariangela Camocardi darà in regalo una copia autografata del romanzo, che verrà sorteggiata venerdi 6 maggio come premio tra tutte le lettrici che lasceranno un commento. Quindi non dimenticate di firmare i vostri commenti con un nome o un nick, e di tornare a vedere il nome del vincitore. Buona Fortuna!

 

Note si Mariangela Camocardi: Solo un paio di anni fa ero lontana dal pensare che avrei scritto un contemporaneo, anche se dentro di me c'era già una storia che lentamente, insistentemente prendeva forma. Una storia che infine ha chiesto di essere raccontata, scegliendo da sè l'ambientazione adatta a protagonisti carismatici quali sono Alina e Nick, Roberta e Mirco, Fania, Stefano e altri ancora che scoprirete leggendo La vita che ho sognato. Devo dire che in un certo senso è stata una vera e propria sfida: al di là del piacere insito nella creazione di un'opera letteraria, confesso che mi sembrava di tradire il romance, che tante soddisfazioni mi ha dato in questo mio lungo cammino sul percorso tutt'altro che privo di ostacoli della narrativa. Ma è giusto che un autore sperimenti "se" e "quanto" vale, e soprattutto se possiede la capacità di spaziare su orizzonti più vasti di un singolo genere. Evidentemente ero pronta ad accantonare crinoline e redingote per passare a più moderni capi d'abbigliamento come jeans e t-shirt.
La vita che ho sognato mi ha tenuta incollata allo schermo del notebook per mesi, seguendo l'alternarsi dei personaggi che si contendono attenzione dalle pagine di un libro che mi auguro possa piacere a tutte le mie care lettrici, che ringrazio per l'affetto che sempre mi dimostrano. Prima dei saluti estendo i ringraziamenti ad Andreina Doccu per l'opportunità di potermi rivolgere direttamente alle amiche di Isn't t Romantic. Grazie anche a Marcella Meciani, Editorial Director di Mondolibri, perchè pubblicare un romanzo destinato alla libreria è davvero il modo migliore di celebrare le mie nozze d'argento con la narrativa.


ESTRATTO


Alina controllò per l’ennesima volta l’ora. Le venti e Nick ancora non era rincasato. Qualche pratica urgente di cui occuparsi, indubbiamente. Aveva trascurato gli impegni, in quel periodo tutt’altro che idilliaco e adesso doveva riportarsi in pari con gli arretrati da evadere. Lui amava il suo lavoro e non si risparmiava, appunto. Sorrise figurandosi la sua sorpresa nel trovarla lì, ma dopotutto non era l’unico che poteva introdursi indisturbato negli appartamenti altrui, se si è in possesso delle chiavi. Alina non voleva lasciar passare neppure un altro giorno lontana dall’uomo di cui era sempre più innamorata. Si erano lasciati piuttosto male dopo il cadeaux di Mirco, così aveva organizzato una scena di seduzione da sballo. Non la danza dei sette veli, ovviamente, ma aveva speso una fortuna in lingerie, quel pomeriggio, tra cui il baby-doll di seta color carne che si era infilata dopo una prolungata immersione nella profumata schiuma della vasca da bagno di lui. Definire divino un relax del genere era un eufemismo! Ora sotto la seta c’era soltanto e unicamente la sua pelle . E il suo profondo desiderio per Nick.

Una ventina di minuti dopo udì finalmente la serratura scattare e si preparò a riceverlo come una danzatrice di lap dance, comparendogli davanti in tutta la sua femminilità, oltre che discinta e sexy. La lampada dell’ingresso si accese e Nick, borbottando qualcosa di inintelligibile, puntò verso il salone dove, trattenendo quasi il respiro per non tradire la sua presenza, lei lo attendeva trepidante. Provò un tuffo al cuore quando la sua atletica figura si stagliò nel riquadro luminoso della porta, e la sua mano annaspò a mezz’aria, cercando l’interruttore.
A quel punto accaddero tre cose contemporaneamente:

1) Dallo stereo partì Are You lonesome tonight di Elvis the pelvis, la loro canzone preferita, mentre la luce inondava la stanza.

2)Ali lo accolse con un romantico:- Amore, eccomi qui!- Poi ancheggiando come Kim Basinger in nove settimane e ½ , gli andò incontro.

3) Alle spalle di Nick, che la squadrava esterrefatto, si materializzò Monica Bellucci nel suo travolgente sex-appeal… no, non era la Bellucci, ma la sua gemella sputata. Sfoggiava un look da fare invidia a Rania di Giordania, cioè un tailleur color pesca, la cui gonna aderentissima fasciava gambe dritte e slanciate che più lunghe non si può. Plateaux e una max-bag griffata completavano l’insieme.

- Che diamine succede?- gorgheggiò la sconosciuta all’indirizzo di un Nick allibito, fissando intanto Ali come se fosse una celebro-lesa da pronto ricovero in un reparto di igiene mentale.
- Vorrei capirlo anch’io - lui espresse la propria perplessità con una strana tonalità in falsetto, evidentemente impreparato a ciò che stava succedendo nel soggiorno di casa sua.
Chiedendosi chi fosse quello splendore di donna dal fisico mozzafiato, Ali stava semplicemente auspicando che si aprisse un baratro e che vi sprofondasse. Dovette fare appello a quel misero rimasuglio di volontà che le restava per ritrovare un filo di presenza di spirito e afferrare con un guizzo convulso il plaid che stava sul divano e lo avvolse come un pareo sul corpo.
- Non sei male travestita da Mata Hari, se posso farti un complimento – disse Nick, che sembrava infine aver recuperato il proprio sangue freddo, rompendo il raggelante silenzio che era calato sulla grottesca situazione. A parte Elvis in sottofondo, ovviamente. – Ali, ti presento Narda. Lei è una cara amica che non ho mai avuto l’occasione di farti conoscere.
- Piacere – mormorò lei, le guance in fiamme per la vergogna, senza osare spostare l’attenzione dai suoi piedi nudi. – Io…non pensavo che voi due… che Nick…- deglutì, sforzandosi di non farfugliare. - Scusate, me ne vado subito – aggiunse, iniziando a rinculare verso le retrovie.
- Suppongo sia meglio che tolga il disturbo io, Nick – la meravigliosa creatura gli scoccò un sorriso comprensivo che mise in mostra una fila di denti bianchi e perfetti. – Ho la vaga impressione di essere di troppo…
- Non è affatto necessario, e probabilmente lui preferisce che alzi i tacchi io – il tono di Ali grondava soave perfidia.
- Te ne sono grato, Narda – approvò lui, che appariva sollevato.
- Sì, me ne rendo perfettamente conto – la top-model annuì, si passò le dita dalle unghie laccate di rosso tra i fluenti capelli neri, e di nuovo passò in rassegna Ali con l’aria di chi è convinto di avere a che fare con qualcuno irrimediabilmente afflitto da turbe psichiche.
- Mi dispiace, Narda… - lui era imbarazzato e si massaggiò la nuca con espressione di scusa. - Ti posso telefonare domani?
- Certo, sta tranquillo, non è un problema, Nick. Ci metteremo d’accordo per organizzarci in un momento meno… critico. Figurati se mancherà l’occasione di stare insieme, tu e io.
“Col cavolo che ti lascio libertà d’azione con lui!” Ali le lanciò un’occhiata truce prima che, scortata dal cavaliere senza macchia e paura, Narda si eclissasse con il portamento di una duchessa nell’adiacente anticamera. Li sentì confabulare tra loro e fu dura resistere all’impulso di origliare. La serata era comunque compromessa, pensò avvilita, e oltretutto si era resa ridicola all’ennesima potenza. Si diresse fiaccamente alla camera da letto per rivestirsi e dileguarsi a sua volta. Affrontare Nick dopo una figura di merda come quella era un cimento superiore alle forze di cui disponeva. Ci rinunciò sul nascere. Meglio una strategica fuga a una disfatta totale.
- Vorresti spiegarmi che senso ha questa farsa che hai improvvisato?
Lei trasalì e girò appena la testa al suono della sua voce profonda. Nick si era appoggiato con una mossa indolente allo stipite, scrutandola con aperto disappunto. Doveva aver spento lo stereo perché di là tutto taceva. Si era anche allentato la cravatta e inalberava la faccia dei suoi momenti peggiori. - Era solo il mio patetico modo di fare pace, Nick. Scusa se ti sono capitata tra capo e collo con un tempismo cosi atroce.
- Narda è soltanto una collega con cui avrei dovuto discutere di una causa che mi preme portare in tribunale nel modo migliore. Gelosa?
- Gelosa?! Dovrei esserlo, secondo te?
- Sarebbe così umiliante ammetterlo?
Lei si strinse nelle spalle. – Più che gelosia, mi urta aver constatato quanto tu possa consolarti in fretta dai nostri addii, questo sì.
- Già, i nostri addii –rimarcò, avanzando nella stanza. Si tolse la giacca e l’appoggiò ordinatamente sulla spalliera della sedia, si liberò della cravatta e aprì i primi bottoni della camicia bianca. – Francamente inizio a trovare snervanti i tuoi molla e prendi, Ali – proseguì con quel tono che sfumava nell’incazzoso. – Ho una discreta predisposizione all’adattabilità ma sono stufo di essere il tuo yo-yo preferito. Tu forse ti diverti, ma io...
- Non mi diverto affattO - No? Cosa ti porta qui, allora? Ti è forse sbollita la rabbia per il video di Mirco? Se la memoria non mi tradisce, mi pare non volessi più vedermi.
- Per questo hai rimorchiato la collega?- sibilò lei. -Sempre che lo sia…
- Narda è un brillante avvocato che in genere si assume la difesa di donne molestate sessualmente e sfruttate da avanzi di galera.
- Una vera paladina del sesso debole – ironizzò di rimando lei.
- Un sfiducia davvero offensiva, la tua – rimarcò Nick.- Ti comporti come se da quando ci conosciamo io non avessi fatto altro che metterti le corna non appena stornavi gli occhi.
- Ti porti a casa una Bellucci formato casalingo e vorresti darmi a bere che è soltanto un principe del foro versione sexy?
- Pensa quel che diavolo ti pare!-ringhiò, voltandole la schiena per deporre il contenuto delle tasche sul cassettone. – So bene che razza di femmina autoritaria, inflessibile e presuntuosa si nasconde oltre quella tua seducente facciata! Una che dall’alto della sua perfezione ritiene di avere il diritto di decidere se gli altri sono meritevoli o no della su fiducia.
- In realtà le cose non stanno esattamente così, e piantala una buona volta di fare la vittima!- lo assalì. – Non quanto ti becco in castagna con quella che sembra un efficace scacciapensieri. Ma non importa: sei libero di stare con chi preferisci. – Alina respinse le lacrime per quella deblacle umiliante, e se l’era cercata da sé! Ora voleva solo sparire e andare a leccarsi le ferite da un’altra parte, ecco. Con un gesto frustrato scagliò lontano il plaid e recuperò gli abiti. – Vorrei congedarmi anch’io, Nick, se esci un attimo e mi permetti di rivestirmi.
- Non vorrai dare forfait proprio sul più bello? E perché poi vorresti sostituire quella cosuccia che indossi? Ti dona parecchio, sai?
- A cosa alludi con quel tuo sibillino “sul più bello?”
- Alludo al lasciarmi solo soletto dopo avermi rovinato la serata. Ali, non mi hai ancora perdonato quella sbandata con la bionda?
- Sei uno stronzo, te lo hanno mai detto?
- A volte – lui andò a chiudere la porta a chiave, si levò calzoni e camicia e, a torso nudo e boxer, si girò e la fissò da sotto le sopracciglia corrugate. Sembrava più incacchiato che mai. – Ma tu non sei da meno.
- Cosa credi di fare? Di potermi tenere imprigionata qui dentro?
Nick le si avvicinò lentamente, costringendola a retrocedere, poi con uno scatto imprevedibile le afferrò il polso e le fece perdere l’equilibrio.
Alina crollò sul letto a faccia in giù, e solo l’indignazione le diede la forza di roteare come una furia e di fronteggiarlo furente. – Ho fretta e voglio andarmene, per cui dammi quella chiave e non facciamola lunga.
Lui parve non averla neppure sentita e, con una finta che la sorprese, le aveva già inchiodato le braccia sul cuscino, bloccandola.- Vediamo di non perdere tempo con i preliminari inutili - mormorò con rauca sbrigatività, sollevandole il baby- doll.
- Non so cosa accidenti hai in mente di fare, Nick, ma non lo trovo affatto eccitante…- lei riusciva a malapena a respirare, intrappolata com’era sotto di lui. Ci provò, per quello, ma era completamente in sua balia.
- No? Io sì, invece…- le passò la mano calda all’interno delle cosce in una esplicita dimostrazione di quali fossero le sue intenzioni.
- Non posso credere che stia accadendo veramente- alitò Alina.
- Credici, sarà più divertente - si limitò a replicare Nick, senza smettere di accarezzarla e di spingere la sua esplorazione sempre più in alto.
- Sarai del parere che me lo sia meritato, ma non è così. Ho subito quanto te, e ne sei consapevole per altro.
- Davvero?- le lanciò un’occhiata derisoria. – Stai cercando di dirmi che non mi desideri come ti desidero io?
- No, io credo…- tacque e si passò la lingua sul labbro inferiore. Le mani di lui le percorrevano il corpo, facendola oggetto di un linguaggio erotico che le suscitò brividi che la fecero tremare da capo a piedi. Gemette e inutilmente tentò di ignorare gli spasimi di passione che le sue carezze accendevano. Cinque minuti ed era tutta un groviglio di sensazioni che si acuirono quando la penetrò. Baciandola come se respirare dipendesse dalla bocca di lei, si spinse in profondità strappandole un mugolio strozzato. E poi Alina si accorse di stare ripetendogli ossessivamente ti amo, ti amo, ti amo non appena staccava un istante le labbra dalle sue. E gridò nel sentirlo fremere dentro di sé, e il piacere di lui la contagiò di un’estasi fisica che le rapì i sensi e non sfumò del tutto, mentre si abbracciavano dopo il furore dell'abbandono.

Sito ufficiale di Mariangela Camocardi:
http://www.mariangelacamocardi.net/

Per chi volesse vedere i nostri precedenti post dedicati alla scrittrice eccovi i link:

http://romancebooks.splinder.com/post/14825057
http://romancebooks.splinder.com/post/16996145 
http://romancebooks.splinder.com/post/17539190
http://romancebooks.splinder.com/post/18255145
http://romancebooks.splinder.com/post/20084920
http://romancebooks.splinder.com/post/20581369
http://romancebooks.splinder.com/post/20741119

Mariangela Camocardi  è stata la vincitrice del nostro sondaggio Miglior autore del nostro blog per il 2007, eccovi il link al post: http://romancebooks.splinder.com/post/17054684

 




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