Ingrid Dreyer è una donna di quarantotto anni subissata di impegni, separata dal marito e madre ormai single di Jonas, quindici anni. Una telefonata improvvisa che la raggiunge nella camera d'albergo di Stoccolma, dove si trova per un viaggio di lavoro, la getta in una crisi d'identità: suo figlio si è reso colpevole dell'aggressione di un ragazzo di origini straniere ed è stato arrestato. Mentre torna a casa a Copenaghen, Ingrid si abbandona al fatale esame di coscienza: perché le cose sono andate così? Perché sente di essere sempre più con le spalle al muro, come donna e come madre, e ritiene che la sua vita sia un fallimento? Che ne è del rapporto con un uomo più anziano, sposato, per il quale ha lasciato il marito? Nei pensieri di Ingrid, gioventù e matrimonio mal riuscito scorrono accanto alla revisione minuziosa della vita in cui si trova ora. Come in un lento risveglio, affiora in lei la consapevolezza di aver riprodotto un modello quello di sua madre, e anche di sua nonna: entrambe perfide madri e cattive mogli, occupate a inseguire i loro sogni d'arte e di carriera con imparziale egocentrismo. Menzogna e infedeltà, matrimoni falliti, bambini spaventati e traditi osservano Ingrid dal suo album di famiglia interiore.
Nota di Paige79: Con uno stile semplice e attento ai dettagli, lo scrittore danese Jen Christian Grondhal ci regala il ritratto di una donna come tante: donna in carriera, madre ex moglie, figlia…i molteplici ruoli che ognuno di noi può ricoprire nella vita. Nel romanzo troviamo l’analisi approfondita di come gli esseri umani ci lasciamo condizionare dagli usi e dalle consuetudini che la nostra famiglia ci ritaglia.