Arriverà tra pochi giorni sugli schermi americani, in pochi cinema selezionati, dopo la prima ufficiale fissata per il 22 aprile ad Hollywood. Il film in questione non è recitato da star internazionali, non gareggerà per il premio Oscar, ma probabilmente farà molto rumore. Perchè i protagonisti della pellicola sono il cover up sugli Ufo e un piccolo omino (forse) venuto dallo spazio.
LA LOCANDINA DEL FILM-DOCUMENTARIO "SIRIUS"
Il genere, nonostante le premesse, non è fantascienza. “Sirius” è un documentario che sostiene di raccontare fatti reali, non fiction. Nasce dall’idea e dalla sceneggiatura di Steven Greer, un ex medico di pronto soccorso che nel 1993 ha fondato il “Disclosure Project”, con l’obiettivo di indurre il governo degli Stati Uniti a rivelare tutte le informazioni in suo possesso sulla questione aliena- informazioni che ufficialmente le autorità hanno sempre smentito di possedere.
Il Dottor Greer non ci ha mai creduto, anzi, è convinto che le lobby di potere abbiano tratto dati molto utili dalla tecnologia extraterrestre portata sul nostro pianeta dai visitatori spaziali. È proprio questo il fulcro del documentario. “Questa è davvero la più grande storia mai raccontata- spiega nel comunicato stampa- una volta che la gente avrà capito che i progetti classificati dell’esercito hanno scoperto come volano gli Ufo, tutti sapranno che non abbiamo più bisogno di petrolio, carbone ed energia nucleare. Questa è la verità celata sotto la coltre del segreto.”
La tesi sostenuta nel film è proprio questa: se finora i Governi hanno nascosto l’esistenza di forme di vita aliene, già qui, in mezzo a noi, non è stato per proteggere l’umanità, ma solo i loro interessi- economici, essenzialmente. Al contrario, la “disclosure” (cioè la rivelazione di queste verità mai dette) potrebbe diffondere a livello globale una tecnologia altamente avanzata in grado di garantire- a tutti- energia pulita. La stessa usata dagli E.T. per compiere i loro viaggi interstellari…
IL PRIMO PIANO DELLA CREATURA TROVATA NEL DESERTO DI ATACAMA, IN CILE
Sono decine i testimoni e gli esperti interpellati, inclusi esponenti del mondo governativo e militari, e molti i filmati, alcuni dei quali mai mostrati in pubblico. Ma di certo a fare più scalpore sarà la presentazione del corpo del cosiddetto “Alieno di Atacama”, così chiamato dal deserto cileno nel quale venne ritrovato alcuni anni fa – si dice, dopo un crash. Quell’esserino, alto circa 12 centimetri, è stato sottoposto ad esami approfonditi e nel documentario ne verranno svelati i risultati.
Finora sono trapelate sono poche immagini del presunto alieno dall’aspetto umanoide. Testa allungata, braccia e gambe magrissime, corpo scheletrico apparentemente mummificato: sembra un classico “grigio”, ma dalle dimensioni estremamente ridotte. Insomma, in miniatura. Un’altra foto già in rete mostra invece come appare il corpo ai raggi X: cranio, spina dorsale, costole, articolazioni… Tutto come in un essere umano. Ma questo, dice Steven Greer, non lo è.
Già nelle scorse settimane, il ricercatore aveva negato che quella piccola entità biologica potesse essere un feto: le ossa sono troppo ricche di calcio per appartenere ad un bimbo abortito e la loro struttura differisce dalla nostra. La Tac ha invece ricostruito un’immagine tridimensionale degli organi interni: ci sono polmoni e cuore, perfettamente formati. ”È simile a noi, ma non è uno di noi“, ha detto.
IL PICCOLO CORPO VISTO AI RAGGI X