Escher (1898-1972). Un artista originale e di grande coerenza rappresentativa. Appassionato di cristalli, ne studia le leggi, come anche quelle della Gestalt, la corrente estetica tedesca basata sulla psicologia e sui temi della percezione e dell’esperienza. Non smetterà mai di indagare sulla visione dell’impossibile. Interessante il suo rapporto con l’Italia. Fina da giovanissimo, con i genitori, fece viaggi in Toscana e tornò più volte nel Lazio, Campania e in Calabria. Restano i suoi quaderni di appunti e dei paesaggi maestosi di borghi arroccati. Le opere, seppur di piccole dimensioni, danno una sensazione di grandiosità. A Ravello conosce la giovane svizzera nata a Milano, Jetta Umiker, che sposò a Viareggio nel 1924. Il maestro visse a Roma, in Via Poerio a Monteverde, dal 1923 al 1935.
Tra le opere esposte, spiccano quelle più famose come “Mano con sfera riflettente”, “Giorno e notte”, “Altro mondo II” e “Casa di scale”. La mostra, a cura di Marco Bussagli, è composta da oltre centocinquanta opere dell’incisore e grafico olandese ed è prodotta dal Chiostro del Bramante e Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Escher e la Collezione Giudiceandrea.
Aprono l’esposizione i paesaggi italiani che rivelano il suo amore per la nostra terra e appaiono in parte legati al mondo decò. Nelle sezioni successive colpisce la ricerca di duplicità; il gioco a incastro di un’immagine in un’altra: cavalli e cavalieri, un’anatra che diviene pesce, un vaso che diviene volto umano. A volte convivono anche Dio e il Demonio.
Le opere, dominate dal bianco e nero, consentono più piani di lettura: dal semplice gradimento estetico ai più complessi riferimenti logici, matematici, geometrici e fisici. La mostra è completata da un ricco apparato ludico/didattico e interessanti giochi optical per tutte le età: dalle sfere riflettenti al vortice bianco e nero sul modello del film Psyco.
Le immagini più poetiche dell’artista partono però dalla natura e dalla meraviglia che essa gli suscita, come nella pozzanghera che riflette gli alberi, la cavalletta, il pesce nello stagno. Non mancano le scale infinite percorse da buffi omini, i pesci sorridenti, le illusioni ottiche condite con le più fantasiose realtà zoomorfe. Il gioco della realtà unita alla fantasia conduce a tutto ciò che è oltre, ma comunque concepibile. Dal 20 settembre 2014 al 22 febbraio 2015.
Alessandra Cesselon
Scritto da Redazione il set 19 2014. Registrato sotto EVENTI. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione