Esclusiva: i Giochi Mondiali Masters Invernali nella bufera, ma non di neve

Creato il 10 marzo 2014 da Sportduepuntozero

Nel 2015 Torino e le Montagne Olimpiche, il maiuscolo è doveroso per rispetto nei confronti di ciò che è stato e molto probabilmente non sarà più, neppure in piccolo vista l’attuale e discutibile gestione dei siti, avrebbero dovuto ospitare i Giochi Mondiali Master invernali, o Winter World Masters Games, sulla scia di quanto fatto con quelli estivi nell’estate del 2013. Come già raccontato dai media, compreso il nostro, l’organizzazione dell’evento, data per sicura dallo stesso primo cittadino di Torino, Piero Fassino, durante la Cerimonia d’apertura del WMG estivi, è clamorosamente saltata. Lungaggini burocratiche, le classiche nazionali e nostrane, rimbalzo ad oltranza dei contratti da firmare tra un Ente e l’altro, pareva fossero le cause principali del cambio di sede, ora fissato dall’IMGA (International Masters Games Association) nel lontano Quebec.

La Regione Piemonte, nella persona dell’Assessore allo Sport Alberto Cirio, si è detta ancora pronta ad ospitare l’evento e pare essersi mossa, in accordo con il Comune di Torino, con tanto di “letteraccia” di risposta al cambio di direzione dell’organizzazione centrale. Ma proprio da questa fonte, per voce di Samantha Hayward, Manager Communications & Partenerships, arriva la motivazione circa il mutamento di scenario e sede: “Abbiamo spostato i Giochi perché da agosto 2013 non abbiamo più saputo nulla dal Sindaco o dalla Regione. Abbiamo mandato lettere senza ottenere risposte. Non hanno rispettato i termini dell’accordo preso nel corso dei Giochi Estivi e non hanno effettuato alcun pagamento. Abbiamo pertanto preso la decisione di spostarli per non comprometterli e dare agli atleti partecipanti un evento dallo standard accettabile. Abbiamo agito in questo modo anche per tutelare l’immagine dell’IMGA che non poteva più sopportare tale situazione”.

Arduo, come sempre in tali situazioni, stabilire dove stia la verità assoluta. L’impressione è però che il pressapochismo italico abbia dato un contributo considerevole alla, fino a prova contraria, disfatta organizzativa impedendo che sulle Montagne Olimpiche, i cui impianti di risalita funzionano a singhiozzo durante la settimana per evidenti ragioni di risparmio e a totale detrimento del servizio nei confronti del pubblico, si potessero riaccendere almeno per un po’ i fari della ribalta. Un vero peccato.


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