MMXIV – L’INFINITO
Sempre caro mi fu questo Silvio folle,
E questo Partito, che da tanta parte
Dell’ultimo emendamento le riforme esclude.
Ma viaggiando e mirando, interminati
Disegni di qua dall’Arno, e sovrumani
Dibattiti, e studiatissimo eloquio
Io nel faticar mi fingo; ove per poco
L’elettor non si spaura. E come il sordo
Odo DEM tra le mille correnti, io quello
Infinito scontento alla mia voce
Vo comparando: e mi sovvien l’Agnese,
E il castagnaccio, e le avite fritelle
E Qui Quo Qua, e la ruota che gira. Così tra questa
Inanità s’annega il pensier mio:
E il politicar m’è dolce o così mi pare***.
****Metro libero (et liberato).
Errebì Fecit
Featured image, Giacomo Leopardi