
Chissà come gli era venuta la passione per l’arte in quello sperduto paesino della Provenza e in quel rude contesto operaio! A tredici anni George Auguste passava tutto il tempo a disegnare e intanto sognava…da grande sarebbe diventato uno scultore. Ma la cosa dovette innervosire parecchio suo padre, lo stimato fabbro del villaggio che temeva che quel figlio diventasse uno sfaticato buono a nulla! Così, prima che il ragazzino prendesse una brutta piega lo mandò a Nizza dallo zio, in trattoria, per imparare a fare


Passata Sedan, sconfitta la Comune, quando riprende la vita della nuova Repubblica, Escoffier torna a Parigi. Prima è Chef al Petit Moulin Rouge frequentato ormai dal Gotha dell’Europa, da Sarah Bernardt al Principe di Galles e al Generale Mac Mahon, che appena torna dalla prigionia corre a incontrare il suo amico Chef. Poi Escoffier apre un ristorante tutto suo a Cannes, senza abbandonare Parigi. Anni di grande lavoro in cui vengono fuori tutte le sue innovazioni. L’intuizione più geniale fu capire quanto il mondo stesse cambiando e come a una società aristocratica si stava sostituendo una nuova classe imprenditoriale borghese. I ritmi lenti dell’Ancien Regime stavano scomparendo e con l’industrializzazione, che marciava a ritmo serrato, anche la cucina doveva cambiare. Nei contenuti e nel modo di cucinare scelse forme più semplici, valorizzando il contenuto e il nutrimento dei cibi, ma con l’occhio vigile alla loro digeribilità e leggerezza per renderli adatti allo stile di vita di chi ormai, di tempo da dedicare ai piaceri della tavola, ne aveva poco. Nell’organizzazione della cucina fu ancora più radicale. Non trascurò nessuno dei principi dell’organizzazione scientifica del lavoro, spingendo al massimo sulla specializzazione e sulla divisione delle mansioni, come se si stesse lavorando in fabbrica. Tempi di lavoro dimezzati, guadagni più alti e maggiori risultati sotto il profilo della qualità, in cui ogni fase di lavoro era attentamente studiata dal mago Escoffier prima di diventare la routine dei suoi aiutanti. Il suo discepolo Herbodeau cita come esempio,”Le uova alla Messicana,” una pietanza semplice, ma di gran classe in cui le uova a “occhio di bue” sono dentro i pomodori rossi appena scottati e contornati alla base, di riso. “La realizzazione,- dice Herbodeau – che una volta veniva eseguita da un’unica persona, è ora suddivisa fra il “potager” che cuoce il riso, il “Saucier” che prepara la salsa e l’”Entremetier “che si occupa di uova e pomodori e monta il piatto.

“Il Re degli Chef ” e ”Lo Chef dei Re” fu definito e l’imperatore della Germania, quando andava a cena al Ritz, alzava il tiro, dicendogli “Io sono l’Imperatore della Germania, ma tu sei l’imperatore degli

Qualcuna delle sue ricette? La delicata “Insalata di riso Rejane” o la celebre “Pesca Melba” in onore della famosa cantante lirica Nellie Melba, di cui lo stesso Escoffier scrisse “Ripensando al maestoso cigno mitico che apparve nel primo atto del Lohengrin, le feci servire, al momento opportuno, delle pesche disposte su di un letto di gelato alla vaniglia, all’interno di una coppa d’argento incastrata tra le ali di un superbo cigno scolpito in un blocco di ghiaccio e ricoperto da un velo di zucchero filato”.
Ma una delle passioni di Escoffier,da buon francese, erano le ostriche, che per lui rappresentavano l’antipasto per eccellenza, adatte a pranzi e cene, correttamente aperte e sempre ghiacciate. Fra le tante

OSTRICHE COCKTAIL
INGREDIENTI (per ogni persona): 6 ostriche,2/3 gocce di Salsa Tabasco, 1 cucchiaio di Tomato Ketchup, qualche goccia di Salsa Worcester, succo di limone. 2 fettine di pane nero, una noce di burro, aceto 1 cucchiaino, pepe nero appena macinato, 1/2 scalogno tritato, mezzo limone, sale q.b., 1 spicchio di limone, paprika q. b.
PREPARAZIONE DELLE OSTRICHE: in un bicchiere di tipo schooter, il cui bordo è stato immerso nella paprika, mettere 6 ostriche appena aperte, senza lavarle. Aggiungere 2 o 3 gocce di Tabasco, un cucchiaio di Tomato Ketchup. qualche goccia di salsa Worcester e un filo di succo di limone. Decorare la sommità con 1 spicchio di limone
PREPARAZIONE DELLA SALSA: in una piccola tazza si mescolano lo scalogno tritato, il cucchiaino di aceto, una punta abbondante di pepe nero e un pizzico di sale.
PRESENTAZIONE: Accanto al bicchiere con le ostriche si pone un piatto di media grandezza su cui vanno adagiate due fettine di pane nero imburrate e la salsa allo scalogno. Si decora con il mezzo limone tagliato a spicchi.







