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‘Escort e prostitute: ora una legge’

Creato il 02 ottobre 2011 da Mandingodolceacqua

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Le ragazze del premier fanno lo stesso mestiere delle prostitute di strada. Ma a queste ultime il governo e la maggioranza riservano solo multe e controlli di polizia. Basta: regolarizziamo il sex work per tutte, senza discriminazioni». Parla la leader storica delle lucciole italiane(28 settembre 2011)Pia Covre«Credo che l’unica legge ad personam che avrebbe potuto fare questo governo, senza timore di essere contestato, sia proprio quella per regolamentare la prostituzione». Sceglie l’arma dell’ironia Pia Covre, storica attivista per i diritti delle prostitute, per aprire il nostro dialogo sul tema politica e prostituzione. Nel 1982 è stata tra le fondatrici del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, un’associazione no profit nata per migliorare le condizioni di vita delle sex workers e contrastarne lo sfruttamento. Il Comitato è parte attiva nelle campagne di sensibilizzazione delle lucciole in materia di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Attualmente partecipa, assieme alla Caritas, anche ad un progetto della Regione Friuli Venezia Giulia per l’assistenza ed il reinserimento sociale di quelle sfruttate. Circa cinquanta le ragazze sottratte al racket nell’ultimo anno.

Ora Pia Covre lancia un’accusa: mentre le ‘escort’ di Berlusconi sono ormai da due anni al centro del dibattito politico, per le altre prostitute – quelle che non hanno avuto la fortuna di andare ad Arcore o a Villa Certosa – la politica è assente, o peggio: «Non si investe per combattere lo sfruttamento, si affronta la questione solo dal punto di vista dell’ordine pubblico e del decoro», dice.

«A partire dal 2000 sono diminuite in maniera preoccupante le unità di strada organizzate da diversi Comuni per combattere lo sfruttamento, e spesso sono state chiuse. Servirebbero anche delle campagne di prevenzione, rivolte soprattutto agli immigrati che vengono da paesi con più alti tassi di contagio da Hiv: ma l’ultima che ricordo risale al 2009». Ora il Comitato chiede alla politica scelte “chiare e non ipocrite” sul quadro normativo che regola la loro professione. «Per le cosiddette escort ci sono i favori di cui leggiamo», prosegue Covre, «ma per le prostitute che esercitano in strada ci sono solo le multe, o la reclusione nei Cie quando si tratta di straniere non in regola con i documenti. Invece, quando sono vittime di tratta, andrebbero assistite in strutture adeguate».

Eppure fanno lo stesso lavoro: «Quasi tutte le ordinanze varate negli ultimi anni dai Comuni», incalza Covre, «sono motivate da ‘questioni di decoro’. Ma il discorso non può essere diverso a seconda che si tratti del senso del decoro pubblico o di quello istituzionale. Invece, i sindaci che hanno fatto ordinanze contro la prostituzione, non li ho sentiti indignarsi allo stesso modo per i comportamenti del premier».

Nelle sue parole non c’è alcun intento moralista, ci tiene a sottolinearlo («Non ho pregiudizi di alcun tipo contro le escort del premier, fanno del loro corpo uno strumento per raggiungere un obiettivo») ma ci sono un paio di cose che la fanno arrabbiare in tutta questa vicenda: «Prima di tutto i lenoni, gli intermediari, insomma gli sfruttatori. E poi la contraddizione di una parte politica che manda la polizia a multare le prostitute di strada per difendere il decoro urbano, ma il cui capo non mostra di avere altrettanta attenzione verso il decoro dello Stato».

Insomma, secondo Covre la politica dovrebbe smetterla di usare due pesi e due misure: «Vogliamo per le sex workers – siano essere prostitute di strada o escort di Palazzo Grazioli – un quadro normativo chiaro, che valga per tutte. Lo chiediamo da trent’anni: la legge Merlin quando è stata approvata aveva una sua validità, ora non basta più. Vogliamo pagare le tasse e usufruire delle detrazioni fiscali. Come tutti gli altri professionisti».

di Andrea Manago

fonte http://espresso.repubblica.it/dettaglio/escort-e-puttane-ora-una-legge/2162194


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