Un esempio straordinario di fortezza è la storia di Chiara Badano. È una storia che mi ha molto commosso perché dimostra che diventare santi non è una cosa da predestinati, ma un obiettivo chiaro da raggiungere e, con Cristo, possibile a tutti. Chiara Badano aveva solamente 19 anni quando si è trovata ad affrontare la morte, vedeva limpidamente la meta, il paradiso e come un corridore appassionato e valoroso, ha bruciato le tappe, superato i grandi ostacoli e corso tra le braccia di Gesù. Divorato il corpo da un tumore, la sua anima si schiudeva come una splendida farfalla che si è diretta decisamente verso la luce del sole. La sua fede aveva dato spazio anche alla fatica dell'accettazione della sua malattia e della morte. Quando infatti tornò dall'ospedale con la nefasta diagnosi, ebbe bisogno di sfogare il suo dolore chiusa nella sua stanza, senza vedere nessuno. La differenza tra chi non crede e chi crede? Ella ha visto subito un'opportunità nella sua malattia, opportunità che sicuramente per molti non è nulla, ma per chi ha fede è tutto: la conquista del Paradiso e la visione di Dio! D'altronde la vita è davvero un soffio. Non ci vuole la scienza di chissà chi per comprendere questo. La nostra meta è l'eternità... la meta di tutti! Eternità di gioia o di dolore. Non si scappa. Haimè, ma ci accorgiamo che nel presente scriviamo il nostro destino eterno? Nessuno di noi può allontanare la morte dalla sua esistenza. Non abbiamo, nonostante tutto, la concezione di eternità, perché tutto, nella nostra vita è limitato, anche il dolore. Se ce l'avessimo temeremmo l'inferno. Padre Livio ha affermato che la cosa più terrificante dell'inferno è che è eterno... e noi nella vita non ci accorgiamo che facendo il male, stiamo già preparando la strada che ci porterà in quel luogo di eterno dolore! Adesso ci sembra poco, non abbiamo idea, ma avremo la forza di convertirci prima dell'ultimo respiro?
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Un esempio straordinario di fortezza è la storia di Chiara Badano. È una storia che mi ha molto commosso perché dimostra che diventare santi non è una cosa da predestinati, ma un obiettivo chiaro da raggiungere e, con Cristo, possibile a tutti. Chiara Badano aveva solamente 19 anni quando si è trovata ad affrontare la morte, vedeva limpidamente la meta, il paradiso e come un corridore appassionato e valoroso, ha bruciato le tappe, superato i grandi ostacoli e corso tra le braccia di Gesù. Divorato il corpo da un tumore, la sua anima si schiudeva come una splendida farfalla che si è diretta decisamente verso la luce del sole. La sua fede aveva dato spazio anche alla fatica dell'accettazione della sua malattia e della morte. Quando infatti tornò dall'ospedale con la nefasta diagnosi, ebbe bisogno di sfogare il suo dolore chiusa nella sua stanza, senza vedere nessuno. La differenza tra chi non crede e chi crede? Ella ha visto subito un'opportunità nella sua malattia, opportunità che sicuramente per molti non è nulla, ma per chi ha fede è tutto: la conquista del Paradiso e la visione di Dio! D'altronde la vita è davvero un soffio. Non ci vuole la scienza di chissà chi per comprendere questo. La nostra meta è l'eternità... la meta di tutti! Eternità di gioia o di dolore. Non si scappa. Haimè, ma ci accorgiamo che nel presente scriviamo il nostro destino eterno? Nessuno di noi può allontanare la morte dalla sua esistenza. Non abbiamo, nonostante tutto, la concezione di eternità, perché tutto, nella nostra vita è limitato, anche il dolore. Se ce l'avessimo temeremmo l'inferno. Padre Livio ha affermato che la cosa più terrificante dell'inferno è che è eterno... e noi nella vita non ci accorgiamo che facendo il male, stiamo già preparando la strada che ci porterà in quel luogo di eterno dolore! Adesso ci sembra poco, non abbiamo idea, ma avremo la forza di convertirci prima dell'ultimo respiro?
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