La buona narrativa è composta da così tanti elementi differenti: personaggi credibili, dialoghi realistici e trame avvincenti. Ogni storia che si rispetti ha un inizio, uno svolgimento ed una fine. I racconti più intriganti sono costruiti, poi, attorno a dei conflitti e ricchi di temi e simbologie. E queste sono solo le basi.
La scrittura è un lavoro duro, che può schiacciarti a volte. Richiede una serie complessa e diversificata di competenze. Non si tratta semplicemente di mettere insieme delle frasi, la narrativa meritevole di essere definita tale, è composta da un numero infinito di piccole parti, strati di significato e, cosa fondamentale, deve trasmettere quel senso di verità e realismo che molto spesso manca perfino nella realtà stessa.
Come diceva Mark Twain: “La verità è più strana della finzione, ma solo perché la finzione è obbligata ad attenersi alla sfera delle possibilità, la verità no.” Anche secondo Ralph Waldo Emerson: “La fiction deve rivelare verità che la realtà oscura”. Per Stephen King “è verità dentro la bugia.”
Ma i grandi scrittori lo fanno sembrare facile, quando invece scrivere quel tipo di narrativa, quella che vale la pena leggere perché si sente più vera della realtà, è una sorta di magia.
Ci vogliono anni per imparare a scrivere così bene, che ti sembra quasi di non fare alcuno sforzo.
Altro che leggere un sacco, uno dei modi migliori per padroneggiare questo mestiere complicato è attraverso gli esercizi di scrittura. I migliori offrono tre vantaggi:
- Strumenti e tecniche: non è abbastanza scarabocchiare delle parole su una pagina, un buon esercizio di scrittura impartisce utili strumenti e tecniche che, una volta appresi, rimarranno con voi per sempre.
- Pratica: gli esercizi di scrittura ti costringono a fare di più che studiare l’arte, ma anche a fare esperienza pratica. E’ per questo che si chiamano esercizi, perché fanno lavorare i “muscoli” della scrittura.
- Ispirazione: l’ispirazione spesso arriva quando all’improvviso vediamo il mondo in modo nuovo. Gli esercizi di scrittura dovrebbero riuscire a farti puntare in una direzione sempre nuova e spingerti dall’idea di generale verso i minimi dettagli di una storia, arricchendo il tuo racconto.
Provate per credere. Ecco una sintesi di alcuni dei miei esercizi preferiti:
Mantieni un quaderno di appunti in cui descrivi ogni giorno una scena, chiedendoti: “qual è la cosa più sorprendente che ho sentito, visto, odorato, toccato, assaggiato oggi?”
Scrivi una storia in cui i personaggi si trovano alle prese con i problemi più comuni, ad esempio quelli che si riscontrano di solito sul posto lavoro. Questo, oltre ad essere un esercizio, è anche un buon promemoria, perché troppi autori preferiscono ignorare le cose del mondo per concentrarsi sullo straordinario.
Da al tuo personaggio un qualche problema fisico da affrontare. Prendi ad esempio una suora che ha un pezzo di filo interdentale incastrato tra i denti tutto il giorno. Non deve essere il conflitto centrale della storia, ma un costante promemoria del suo disagio, che mantiene il lettore coinvolto ad un livello viscerale.
Liberamente tradotto da “What if? Writing Exercises for Fiction Writers” di Melissa Donovan.