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Anche (o soprattutto) chi sventola fazzoletti verdi e sputa sul tricolore, dunque farebbe bene prima a chiedersi come sarebbe cambiata la storia intera dell'Italia, senza quella lunga catena di eventi che ha portato prima all'Unità e poi a quello che l'Italia è oggi. Considerato anche che in questo frattempo ci sono state due guerre mondiali devastanti che si sarebbero verificate ugualmente e che hanno toccato l'Italia da molto vicino, un ventennio di regime totalitario che ha portato di fatto a una guerra civile, un referendum monarchia/repubblica dai risvolti oscuri, dei periodi difficili come gli Anni di Piombo, ma anche dei tempi almeno apparentemente più fiduciosi come gli anni '60 e il Boom Economico (senza arrivare alla deriva estrema tra Tangentopoli e il Bunga-Bunga), ha senso anche solo pensare che le cose sarebbero andate per forza meglio? A prescindere dagli esiti territoriali che avrebbero potuto avere le guerre mondiali, e il Fascismo, che forse non ci sarebbe stato (e dunque forse sarebbe saltato anche il referendum), non possiamo sapere se ci sarebbero state analoghe Guerre d'Indipendenza o plebisciti che hanno portato il Nord sotto un'unica bandiera. Ma volendo divertirsi a immaginare un esito non dissimile si può pensare a un Nord, quello che oggi è del Bossi, del Cota e del Trota, sotto la monarchia dei Savoia. In questo caso il Re sarebbe oggi l'oltremodo stimabile Vittorio Emanuele IV e il suo successore al trono sarebbe il nobile Principe Emanuele Filiberto.
Ma ovviamente l'esercizio della fantasia ucronica ci autorizza a spingerci oltre. E se dunque in uno dei mondi possibili Vittorio Emanuele IV potrà passare alla storia come il re dei festini nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, Emanuele Filiberto potrà essere ricordato per aver portato al successo la Sabaudianet, il network delle televisioni reali fondate dal padre lungimirante. Pertanto credo sia perlomeno una manifestazione di scarsa prospettiva storica (per non dire di idiozia bell'e buona), pensare che abbia un qualche senso criticare l'Unità d'Italia quale progenitrice dei mali nazionali di cui si è testimoni oggi. Perché i mali nazionali in realtà hanno origine dalla mentalità di quegli stessi italiani che alla fine del XIX secolo ancora dovevano essere fatti, giacché chi aveva gli occhi per vedere già si era accorto che erano ancora ben lungi da esserlo. E se oggi di fatti in giro in effetti ce ne sono parecchi, purtroppo non è nel senso che intendeva il D'Azeglio.
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