esercizi respiratori: una cura tanto potente quanto antica
L’importanza degli esercizi respiratori è spesso sottovalutata.
Forse non tutti lo sanno, ma respirare bene ed una delle cure naturali più potenti che abbiamo.
Infatti, respirare bene significa evitare allergie e molti altri tipi di patologie.
Un titolo così non poteva certo non attirare l’attenzione su di un tema che altrimenti avrebbe suscitato
forse poco interesse perché inflazionato.
È vero che respirare fa male, ma bisogna anche specificare che è il modo scorretto di farlo ad essere
poco efficiente e dannoso.
Ed è strano che fra le cure naturali una corretta respirazione non sia menzionata quasi mai.
Nonostante sia un argomento intuitivo e ovviamente diffuso, spesso non si riesce ad attribuire un
sufficiente peso alla respirazione corretta, ai benefici che comporta e ai danni che ne seguono quando
eseguita in modo erroneo. La respirazione è un’azione automatica che consente di introdurre aria nei
polmoni durante l’inspirazione, permettendo così l’ossigenazione del sangue ed in seguito dei tessuti
periferici. Al tempo stesso, nei polmoni il sangue cede anidride carbonica, prodotta dai tessuti
periferici, che viene espulsa durante la espirazione. Queste due parti in continuo scambio, cioè anidride
carbonica e ossigeno, sono in stretta relazione e si influenzano a vicenda.
Sono due gli aspetti principali da tenere sotto controllo per ottenere un miglioramento sensibile della
funzionalità respiratoria.
1. La questione della respirazione orale, cioè che avviene con la bocca
invece che attraverso le più appropriate fosse nasali.
Richiamare aria ai polmoni esclusivamente, o quasi, attraverso il cavo orale è sbagliato per
numerosissimi motivi che vanno dal rischio di malattie ed infezioni fino a conseguenze estetiche tipo
“mascella pendente”.
Studiosi e medici legano questo comportamento a conseguenze tra le quali: maggiore incidenza di
attacchi allergici, raffreddori e influenze.
Nel naso infatti cresce peluria e muco addetti a trattenere le impurità presenti nell’aria e potenzialmente
dannose. Inoltre nei seni nasali l’aria viene portata alle giuste condizioni di temperatura e umidità.
L’aria che invece passa attraverso la bocca crea un effetto “bocca secca” dovuto all’evaporazione della
saliva e con essa anche delle sue proprietà disinfettanti e protettive. Gli effetti più fastidiosi, ma solo
perché più evidenti, sono il russare (con eventuale apnea respiratoria e danni conseguenti), la difficoltà
nella deglutizione e nel parlare. Se il problema si presenta sin dai primi anni dalla nascita, può
risentirne anche il posizionamento della dentatura e la struttura del palato, spesso con effetti poco
convenienti sia dal punto di vista funzionale che estetico.
Altro punto negativo della respirazione orale riguarda l’iperventilazione. Questa consiste letteralmente
in un eccesso di respirazione ed è probabilmente l’effetto meno evidente, ma spesso cronico.
Entra troppa aria nei polmoni, rispetto a quanta potrebbe passarne per le vie nasali.
Questo incremento di attività respiratoria determina un abbassamento della anidride carbonica nei
tessuti e nel sangue; le cellule e i tessuti che dovrebbero ricevere ossigeno non ne ricevono perchè si
abbassa oltre misura il tono di anidride carbonica.
Paradossalmente quindi a questo aumentata disponibilità di ossigeno nei polmoni fa riscontro una
diminuzione della quantità di ossigeno nei tessuti periferici.
Un tipico esempio di iperventilazione è la crisi di panico o, nella quotidianità, il fiatone durante
l’esercizio fisico.
2. La respirazione diaframmatica e quella costale.
L’usuale modo di respirare viene detto costale o toracico, in contrapposizione alla respirazione
diaframmatica o addominale.
Si può aumentare la capacità di raccolta dell’ossigeno attraverso l’allenamento, ma si può anche
acquisire la capacità di una respirazione completa utilizzando tutta la superficie alveolare a
disposizione. Non sempre è necessario un controllo continuo e, men che meno, una forzatura dei
movimenti del diaframma; però imparare ad utilizzare i due tipi di respirazione, addominale e toracica,
aiuta senza dubbio la completezza dell’azione polmonare e la comprensione del proprio organismo.
Saper inspirare utilizzando tutta l’ampiezza della cassa toracica serve ad utilizzare tutti gli alveoli
disponibili per gli scambi gassosi: a polmoni vuoti le coste sono leggermente rivolte verso il basso;
inspirando si contraggo i muscoli intercostali che le sollevano verso l’altro, aumentando il volume ed
espandendo al massimo il polmone. Allo stesso modo lo scambio ossigeno/anidride carbonica è più
completo durante la respirazione addominale, perché si utilizza propriamente il muscolo diaframma e si
vanno a riempire le zone del polmone che normalmente non partecipano allo scambio gassoso.