Per sette settimane il test di memoria è stato ripetuto settimanalmente per tutti i vari gruppi. Coloro che mangiavano molti grassi e non praticavano attività fisica, hanno peggiorato ulteriormente la loro prestazione, ma quelli che si tenevano in movimento sulle ruote scorrevoli, nonostante il grosso consumo di grassi, hanno mostrato dei notevoli miglioramenti. Dopo sette settimane, questo gruppo di topi ha ricominciato a superare il test di memoria con la stessa facilità con cui l’aveva affrontato all’inizio dello studio.
L’esercizio fisico, in altre parole, ha annullato gli effetti negativi prodotti da una dieta ricca di grassi allontanando i topi dai problemi legati al declino cognitivo. Uno studio simile è stato condotto anche presso l’Università di Kyoto, in Giappone. Un gruppo di topi, allevati con una predisposizione a sviluppare la malattia di Alzheimer ed a perdere sensibilmente la memoria, è stato alimentato con cibi ricchi di grassi per 10 settimane. Successivamente, i topi sono stati divisi in quattro gruppi: il primo ha continuato a seguire questo regime alimentare; il secondo ha continuato a mangiare grosse quantità di cibi grassi facendo, però, esercizio fisico sulle ruote scorrevoli; il terzo ha ricevuto una dieta povera di grassi; il quarto, oltre a seguire una dieta povera di grassi, ha avuto anche accesso alle ruote scorrevoli.
Dopo ulteriori 10 settimane, il primo gruppo aveva sviluppato numerosi depositi di placche al cervello associate alla malattia di Alzheimer e aveva peggiorato la sua prestazione al test di memoria; il terzo aveva mostrato piccoli progressi, ma il secondo ed il quarto avevano ottenuto dei miglioramenti sbalorditivi, a prescindere dal loro regime alimentare. In conclusione, l’esercizio fisico è risultato più efficace, rispetto ad una dieta sana, nel prevenire lo sviluppo della malattia di Alzheimer. Come ciò sia possibile, non è ancora chiaro ai ricercatori.
Essi ipotizzano che l’attività fisica stimoli la produzione di specifiche sostanze biochimiche nel cervello in grado di combattere il processo con cui gli acidi grassi danneggiano le cellule celebrali. Ora si spera che il corpo umano possa trarre gli stessi benefici dall’attività fisica. Se fosse così, basterebbe fare ogni giorno una passeggiata di circa mezz’ora.