Esiliati cubani rimpatriano grazie al Rift

Creato il 03 gennaio 2015 da Oculusriftitalia

Oculus Rift ci permetterà di rivivere i ricordi, e andare in luoghi dove fisicamente non possiamo più recarci. È esattamente quello che è successo alla nonna di Julien Yuri Rodriguez. L’anziana donna è fuggita da Cuba nel 1958 e da allora non vi ha più fatto ritorno, a causa delle vicende politiche che impediscono di varcare nuovamente il confine a chi si è allontanato. Il nipote, quindi, ha provveduto a creare per lei un’esperienza in realtà virtuale che le permettesse di tornare sul suolo natio.

Rodriguez, che di mestiere gira filmati, si è alleato con Andres Rivera e ha realizzato Paisajes de mi Abuela (I paesaggi di mia nonna), e i due si sono recati a Cuba per catturare del materiale video con cui creare un’esperienza 3D convincente. Si tratta di un filmato immersivo, simile a Zero Point o ai prodotti di Jaunt VR; è stato realizzato grazie a un setup customizzato, che aggrega tra di loro diverse telecamere GoPro che riprendono la scena da diversi punti di vista. In pratica, una versione hand-made di una telecamera panottica.

L’esperienza di poter tornare nel proprio luogo d’origine è stata incredibilmente toccante per la signora Rodriguez. Il film infatti ha catturato le immagini della chiesa in cui si è sposata, delle strade in cui è cresciuta, della spiaggia su cui andava con la famiglia quando era piccola. I video sono pieni di vita: mostrano turisti che fotografano la chiesa, o bambini che giocano a baseball con mezzi di fortuna. La realtà virtuale permette di assaporare tutti i più piccoli dettagli, come le onde che si infrangono sulla spiaggia, dando l’impressione di essere realmente lì. È facile, quindi, immaginare l’impatto emotivo che ne deriva. “Mia nonna piange facilmente, sapete. Appena l’ha visto, si è messa subito a piangere”.

L’esperienza non è stata provata solo sulla nonna. Julien l’ha fatta provare anche a dei cubani-americani che vivono a Miami, e non possono tornare nel posto dove sono cresciuti. Quando Rivera ha mostrato il film a uno dei suoi amici, che è scappato illegalmente dieci anni fa, la reazione è stata istantanea: “Dopo aver tolto l’Oculus, i suoi occhi erano pieni di lacrime.”

Rodriguez e Rivera l’hanno mostrata a diversi festival, e agli anziani della comunità cubana: “Non trattano questa tecnologia come un videogioco o qualcosa di simile” ha detto Rodriguez. “Sentono davvero di essere in questi spazi”.

Reale e virtuale vanno quindi a coincidere, sfumando i loro contorni: le immagini saranno anche artificiali, ma l’impatto che se ne ricava è incredibilmente tangibile.


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