Buon giorno amici oggi vorrei parlarvi della differenza tra genitóre e genitore. Non è che uno sia migliore dell'altro o il primo vuole più bene e rispetta il bambino rispetto al secondo. Ogni genitore o genitóre si comporta come gli dice il cuore e se sarà amorevole allora significherà che sente e vede con la forza dell'amore. Se, invece, abuserà del bambino o lo maltratterà significa che il suo cuore è chiuso e la sua anima è discordante all'amore. Per il bambino, in questi frangenti, la sua vita sarà traumatica e infelice se non distrutta e da adulto può incorrere nel rischio di comportarsi allo stesso modo. Ma questo post vuole mettere in evidenza un altro punto che abbiamo rilevato in casa con i figli.
Quando abbiamo ritirato l'estratto integrale dei figli insieme a loro ci siamo seduti al tavolino per confrontarli con quello di mio marito e il mio. Ad un certo punto abbiamo notato che sul certificato erano presenti i nomi dei genitori, il mio e del padre, in quanto erano nati fuori dal matrimonio. Inizialmente i ragazzi furono felici poi, siccome sto stimolando a non fermarsi mai al significato convenzionale delle parole ma cercare l'etimologia, subito si sono collegati in rete e sono andati a vedere se per caso c'era qualcosa di strano nelle varie scritte del loro certificato.
Così abbiamo scoperto che in realtà esiste, nella grammatica italiana e non solo, due modi di scrivere la parola genitore.
A scuola ovviamente nessuno lo insegna uno perché anche chi ha il ruolo di insegnante non ne è a conoscenza, due ammettiamo anche che i professori sappiano, non verrebbe comunque insegnato per torna conto non dell'uomo comune, cioè noi.
In italiano il termine di genitore può essere scritto con o senza l'accento sulla o e a seconda della sua presenza cambia il ruolo:
Enciclopedia TRECCANI
genitóre s. m. [dal lat. genĭtor -oris, der. di genĭtus part. pass. di gignĕre "generare"]. - Colui che genera o ha generato, quindi il padre; in questo senso è solo dell'uso letter.: colui che era stato g. di tanta meraviglia quanta si vedea ch'era questa nobilissima Beatrice (Dante); oppure scherz.: ne è informato il tuo g.?; compòrtati da saggio genitore. Per antonomasia, con ispirazione al linguaggio liturgico, Dio Padre: Da questa polve al trono Del Genitor salì(Manzoni, con riferimento all'ascensione di Gesù Cristo). Più com., nell'uso, il plur., per indicare insieme il padre e la madre: amare i proprî g.; nato da umili g.; g. severi, indulgenti;
sotto l'aspetto giuridico, g. legittimi, naturali, a seconda che siano o no uniti in matrimonio.
Per la voce genitore si trova questo:
genitore sociale loc. s.le m. Chi si assume il compito di curare la crescita e l'educazione di un figlio che non ha generato. ◆ Ogni persona, con nessuna altra motivazione se non quella di poter conoscere la verità che concerne la sua nascita, ha il diritto di disconoscere un eventuale genitore sociale, ma non naturale, e il diritto di ottenere il riconoscimento giudiziale della sua autentica genitorialità naturale. (Francesco D'Agostino, Corriere della sera, 9 giugno 2005, ..................
terzo genitore loc. s.le m. Chi si assume il compito di curare la crescita e l'educazione di un figlio che non ha generato. ◆ Nel vocabolario degli affetti un nome ancora non ce l'hanno. Da un punto di vista concreto si definiscono il "marito di mamma", o la "moglie di papà", o, ancor più spesso, "compagno o compagna" di uno o dell'altro genitore. Più agevolmente, nell'occuparsi di questa nuova categoria della famiglia allargata la psicologa Anna Oliverio Ferraris li ha chiamati i "terzi genitori". Nella realtà però sono i bambini che decidono come nominare (e quindi come catalogare) le figure che compaiono nelle loro vite dopo il naufragio dell'amore che li ha messi al mondo. (Maria Novella De Luca, Repubblica, 12 maggio 2002, p. 22, Cronaca) * Matrigne e patrigni non esistono più. Hanno lasciato il posto a una nuova figura non facile da impersonare, quella del "terzo genitore". Chi ci è passato sa che niente è semplice quando ci si deve occupare di un bambino che non porta il proprio cognome. Trovare un'identità, senza usurpare quella del padre o della madre , dei genitóri che lo hanno generato, è una bella sfida. [...] La Francia è uno dei Paesi europei che si prepara a riconoscere uno stato giuridico al "terzo genitore". (Anna Maria Sersale, Messaggero, 30 aprile 2008, p. 13, Cronache).
Composto dall'agg. terzo e dal s. m. genitore
Noi siamo stati scritti, sugli atti di nascita, con la parola senza l'accento sulla O. Perché? non siamo solo i genitori sociali siamo coloro che hanno generato quindi avrebbero dovuto scriverci con l'accento visto come poi sono in realtà le cose giusto?
Non vi dico la reazione dei ragazzi sono rimasti allibiti nel vedere l'intenzionalità della cosa.