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Esodati: pronta la sesta salvaguardia

Da Pukos
Esodati: pronta  la sesta salvaguardia

Via libera ad altri 32.100 salvaguardati: esodatia quota 170.000

Premessa Per gli esodati, ossia i lavoratori penalizzati dalla Riforma delle Pensioni Fornero e rimasti senza pensione né stipendio, è in arrivo la sesta platea di salvaguardia che mette a riparo altri 32.100 lavoratori esodati. Infatti, dopo lo scadere dei termini per la presentazione delle domande di accesso alla quinta salvaguardia, fissato al 16 giugno scorso, la Commissione Lavoro alla Camera ha dato il via alla discussione del Progetto di Legge “224 e collegati”, il quale è giunto ieri in tardo pomeriggio in Aula. Il maxiemendamento mette insieme i vari progetti depositati nei mesi scorsi alla Camera con l’obiettivo di trovare finalmente una soluzione definitiva al problema degli esodati.Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha altresì anticipato l’intenzione di adottare – nell’ambito della prossima Legge di Stabilità – misure innovative per la definitiva soluzione della questione.

Sesta salvaguardia

L’emendamento bipartisan depositato, come annunciato dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, prevede lo slittamento a gennaio 2016, invece di gennaio 2015, dei termini per ilriconoscimento di tutti i profili di tutela aperti. Viene inoltre previsto l’ampliamento della platea di salvaguardati anche ai lavoratori esodati a causa della cessazione di un rapporto di lavoro a tempo determinato. In questo modo la sesta salvaguardia vede coinvolti 32.100 lavoratori esodati.

Risorse finanziarie

Per quanto attiene al capitolo delle risorse, una parte rilevante di quelle individuate per sostenere la maggior spesa previdenziale aggiuntiva, deriva da “avanzi di gestione” rispetto ai fondi stanziati per le precedenti salvaguardie: in particolare la seconda (basata sul Decreto di ottobre 2012) e la quarta (fondata sulle disposizioni del D.L. 102/13).

In questi due casi, infatti, un notevole numero delle domande (e, quindi, delle posizioni la cui salvaguardia era stata finanziata) non è stata validata dell’Inps. Secondo dati dell’Istituto si sarebbero verificati circa 20.000 casi di mobilità in meno sulla seconda salvaguardia e circa 4.000 cessazioni in meno sulla quarta.Dunque in realtà le risorse individuate dal governo riguardano8 mila esodati, arrivando così a quota 170 mila salvaguardati complessivi, mentre per i 24 mila le risorse erano già state stanziate ma non sono state utilizzate.

Le soluzioni

Come precisato in premessa, il Ministro del Welfare ha anticipato l’intenzione del Governo dell’individuazione di una soluzione definitiva e sistematica della questione che si protrae ormai da tre anni. Una delle ipotesi avanzate a tal fine dal Ministro, ruota intorno al meccanismo del “prestito previdenziale”.In sostanza, il meccanismo sarebbe quello di anticipare al lavoratore una quota della pensione futura fino all’effettiva maturazione del diritto ed alla concreta liquidazione del trattamento. Da quel momento, sulla base di un “impegno” assunto al momento della percezione del “prestito” (ovverosia dell’anticipo di pensione), il neo pensionato avvierà un piano di rientro del debito, restituendo l’anticipazione percepita a rate e senza interessi. Attualmente, i tecnici ministeriali e quelli dell’INPS starebbero ipotizzando scenari nei quali il prestito previdenziale dovrebbe comportare l’erogazione di circa € 750 mensili per un onere – a carico dell’erario – di circa 3-400 milioni di euro annui: onere che – sempre secondo le attuali ipotesi allo studio – dovrebbe trovare copertura attraverso un’ulteriore operazione a carico delle pensioni di più elevato importo. Si attendono ulteriori sviluppi in merito. Fonte: INPS

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