Il tema della morte - al contrario delle apparenze - è un soggetto estremamente vitale. Ovvero: la consapevolezza che prima o poi questa vita finisca magari ti dà una svegliata e ti convince ad agire diversamente piuttosto che farti continuare a perdere tempo nel lavorare per conto terzi, ad accumulare denaro di cui non usufruirai, a posticipare sempre l'inizio e la realizzazione delle cose realmente importanti per te, a continuare a trascinarti in relazioni ormai insoddisfacenti quando non proprio spente e mortifere anzitempo.
Il mio interesse in merito ha accompagnato parte dei miei studi universitari, in cui mi dedicai alla lettura di numerosi testi sull'argomento, sia di carattere storico (vedi il monumentale Storia della morte in Occidente di Philippe Ariès), sia antropologico (La nera signora. Antropologia della morte e del lutto di Alfonso M. Di Nola), che vertevano sull'approfondimento del tema in generale (e qui cito il Contributo alla rappresentazione collettiva della morte di Robert Hertz a) o su specifici rituali di passaggio nei diversi contesti culturali (descritti ad esempio nel meraviglioso Celebrazioni della morte. Antropologia dei rituali funerari di Richard Huntington e Peter Metcalf).
Per via di questo interesse, sostenni addirittura un esame di estetica sui rapporti tra antropologia, morte e fotografia. E' per tale ragione che - in questo alla fin fine moderato delirio che accompagna con scetticismo leggende urbane in forma di profezie esotiche di fine del mondo - saluto con piacere una proposta che risuona particolarmente nelle mie corde: la celebrazione della suddetta serata attraverso scatti in cui i partecipanti potranno mettersi in scena davanti alla macchina fotografica per un ultimo ricordo con un oggetto che hanno scelto per accompagnare la loro transizione nell'aldilà (come spiega lo stesso Mircea Eliade ne la Storia delle credenze e delle idee religiose sin dalla preistoria i nostri antenati erano soliti concepire quel momento come un passaggio e quindi praticare per esempio sepolture con beni materiali potenzialmente utili al viaggio o alla nuova vita).
Ciò avverrà appunto venerdì 21|12|2012, dalle 18.00 in poi, al Rough di V. Principe Tommaso a Torino. Secondo me non riuscirete in alcun modo a indovinare quale sarà l'oggetto con cui Minerva si farà ritrarre, ma già conoscete l'epitaffio che voglio assolutamente accompagni la mia immagine: "a lovely woman to drink with" ;-)
E voi, quale oggetto scegliereste per la vostra transizione? (yes, questa è anche una bieca scusa per farvi toccare: ben sapete che sostengo a oltranza la masturbazione!)





