Magazine Cucina
Esotica ratatouille. Quella con cui Rémy, il topo-chef della Disney, incanta il critico gastronomico Ego nell'omonimo ennesimo fortunato cartone realizzato in grafica computerizzata dalla Pixar. E 'Ratatouille' si chiama anche il bistrot che i due protagonisti umani della storia, Linguini e Colette, aprono con successo ovviamente con il talentuoso Rémy a fare da chef.
Pensate la sorpresa per me, praticamente ignorante dell'esotica ratatouille nizzarda, ordinarla in un bistrot della zona e... trovarmi davanti a una caponata, neppure tanto saporita per l'assenza di sedano e olive. Caponata sì, quella della migliore tradizione siciliana: melanzane, peperoni, cipolla rigorosamente soffritte separatamente e poi mescolate insieme (ho pure scoperto che touiller in francese significa rimestare) con zucchero e aceto per quel tocco d'agrodolce delizioso assente nella versione francese.
E vabbé, cammin facendo imparo sempre più che tutto il mondo è paese, che la globalizzazione s'è iniziata ben prima che noi ce ne rendessimo conto alla faccia di chi erge bandiere in nome di baluardi da proteggere dalla contaminazione. E' bello scoprire che tradizioni che crediamo solo nostre sono patrimonio di tutti. Alla fine è solo una questione linguistica. Però... se piuttosto che 'Ratatouille' la Disney avesse scelto un più grezzo 'caponata' come titolo per il suo film, il successo sarebbe stato lo stesso?
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