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ESP – Fenomeni paranormali (2010)

Da Elgraeco @HellGraeco

ESP – Fenomeni paranormali (2010)

Mentre scrivo questa recensione sono nella mia stanza, illuminato solo dal monitor del computer, afflitto dal caldo e da una fottuta zanzara che non riesco a uccidere.
Ce l’ho messa tutta per creare l’atmosfera giusta per farmelo piacere, questo ESP – Fenomeni paranormali.
E lo so quello che state per dire, ce l’avete sulla punta della lingua: non avrei dovuto guardarlo perché già si sapeva.
E, d’accordo, non mi aspettavo il capolavoro, ma almeno qualche sobbalzo. Di quelli meccanici, sapete? Vecchi trucchetti, gente che si nasconde nell’angolo morto della telecamera e appare all’improvviso, rumori, voci nella notte.
Le voci nella notte…
Roba che a scriverla già ti mette la fifa addosso.
Me ne sto qui, dicevo, e nel frattempo mi accorgo di aver sbollito tutta la rabbia. Di già. Non è passata neanche un’ora da quando questo film è finito e sono già tranquillo e sereno, incapace, in definitiva, di scagliarmi contro di esso con parole infuocate.
Voglio dire, ESP non è stato manco capace di regalarmi un’incazzatura di quelle sane.
Credetemi se vi dico che certi film si deve guardarli lo stesso.
Anche se pensate di conoscerli già. Di sapere che fanno cagare, come una premonizione.
Si devono guardare.
Perché, stabilito un nuovo minimo storico. Si riassettano, d’incanto, tutti gli altri valori.
E il cinema vi sembrerà di nuovo bello. Non dico per sempre, perché si sa, la noia è lì in agguato, ma per un altro po’ sì.
Lo gusterete di nuovo, il cinema. Fidatevi.

ESP – Fenomeni paranormali (2010)

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La Strega di Blair. Torniamo sempre lì.
Non da Deodato e dal suo Cannibal Holocaust, ma dalla strega. E lo so, a qualcuno di voi non piace.
Ma io quel film lo vidi al cinema. E, a distanza di tanti anni me lo ricordo ancora.
Due videocamere e un crescendo di fatti strani, decorati da superstizioni, interviste farlocche e sparizioni.
E poi le voci, la voce di Josh che riecheggia nel bosco. E infine, la casa.
E io quella cazzo di casa, in mezzo al bosco, vuota e terribile, me la sono pure sognata.
Torniamo alla Strega, dicevo. Perché è da lì che parte questa formula.
Onori a Deodato, ma, ahimé, in America non se lo caga nessuno. Perché ha fatto il cattivone con gli animali. E questo è quanto. E non stiamo a menarcela. Non lo giustifico, né lo condanno, sia chiaro. Solo che le cose stanno così.
ESP ha lo stesso schema della Strega, posto strano, videocamere, interviste farlocche e, al posto del bosco, un ospedale psichiatrico.
Bella struttura, lo ammetto.

ESP – Fenomeni paranormali (2010)

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E allora si comincia con le inquadrature a infrarossi e i faretti puntati lungo i corridoi lontani, che ci si aspetta di veder spuntare qualcosa, qualcuno, il maledetto sobbalzo meccanico, dicevo prima.
Cazzo, mi volete spaventare o no?
Attori di rara bruttezza. E fin qui, d’accordo, ne guadagna in realismo. Il punto è: se non mi fate vedere i fantasmi, almeno datemi un’attrice carina, da guardare. Un po’ di sollazzo. Il minimo sindacale.
Il protagonista odioso come pochi. Davvero, lo guardate, alto e allampanato, con quella smorfia sotto il naso, e vi scatta la violenza interiore, quella che vi porterebbe a prenderlo a calci, se fosse davanti a voi.
E, last but not least, è definitivo: io e il doppiaggio italiano abbiamo rotto. Del tutto. Il nostro è un rapporto irrecuperabile.
Sul serio, dedicatevi al porno, è meglio. Lì almeno c’è da ridere.

ESP – Fenomeni paranormali (2010)

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A dire il vero, c’è da ridere anche qui. Non so cosa sia, se le voci (italiane) dalle tonalità assurde, lamentose e cantilentanti quando dovrebbero essere terrorizzate, o le trovate sempre più folli, che rasentano l’umorismo involontario, del regista.
Oggetti che cadono, finestre che si aprono da sole, capelli della tipa col registratore che vengono mossi da mani invisibili fili.
Cioè, il trucchetto dei fili, qualche urletto. E dei coglioni che riescono a perdersi in un ospedale. E delle comparse che fanno le facce strane. E vi ho detto tutto.
E ok, l’ospedale non è proprio un ospedale, le cose cambiano.
Sì, certo.
Come quando i nostri eroi decidono di salire sul tetto, per fuggire. Giuro che lì, di fronte a una parete di cemento e al nero che frigna, sono morto.
Piangevo dalle risate. Non capitava dal 1987. E non vi dirò cosa accadde allora.
Ah, dimenticavo, il film fa schifo. Proprio come pensavate.
Meno male che c’è youporn.

N.B.: le immagini dell’articolo sono “vere” fotografie di fantasmi. Ho pensato che almeno una cosa che spaventasse sul serio, in questo articolo, ci voleva.

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