Magazine Ecologia e Ambiente

Esplorazioni in Apuane: Quando il Drago si incazza

Creato il 26 gennaio 2016 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

Esplorazione tormentata questo fine settimana all’Abisso Draghi Volanti, in Apuane

Dalla pagina facebook di Fabio Bollini leggiamo di un’altra esplorazione tormentata in Apuane per il caro nostro San Marinese e tutti gli altri “Cani Sciolti”, la piena si è portata via il campo avanzato di -800, ma leggiamo direttamente il resoconto dei partecipanti:

.. ebbene sì, questa volta il drago si è incazzato!!
Da qualche parte nel buio, come suoni alieni,
ci giungono rumori in lontananza ..
Sono le 4:00 del mattino, quando la squadra di punta dal fondo risale il precipizio di fronte a noi transitando per il bivacco di -300.
È un po’ presto per vederli passare, ma non possiamo immaginare ciò che gli è capitato, poi rintanati nei nostri piumini non possiamo far altro che ascoltare esterrefatti i loro racconti.
Questo weekend è stato particolarmente interessante, 13 persone, 6 squadre operative e indipendenti che lavoravano su più fronti. E in invernale quassù non è affare da poco.
La cosa importante comunque è sempre lo spirito con cui si esplora, pugliesi, liguri, romani, lombardi, emiliani, umbri, extra comunitari .. insomma c’era un po’ tutta Italia.
La prima di queste è salita a piedi quasi dal paese di Vagli per via della troppa neve, 800 metri di dislivello x 4 chilometri, scendendo direttamente al bivacco di -900.
Ma mentre noi -sopra- eravamo impegnati ad esplorare la nuovissima galleria della “via lattea” da una parte, e dall’altra (dopo diverse ore di fatica) i ragazzi di Roma si affacciavano infine su un nuovo pozzo da 30 m, la sorpresa per la squadra del fondo è stata grande.
Una risalita della falda acquifera di circa 70 metri (quasi sicuramente recente) ha spazzando via completamente il campo di -900 costringendo i ragazzi a bivaccare alla meglio su scomode buste di plastica e arrangiandosi con le poche cose potute recuperare.
Durante un tè Gianluca ci racconta che tenda, sacchi a pelo, materassini, pile, benzina, cibo, é stato tutto trascinato via e in parte distrutto dalla piena.
Poi arrivano anche Romeo, Skeggia, Enrico e mentre proseguono con il loro bollettino non posso che ripensare a quando, in fase di allestimento, erano volate frasi del tipo ”ma figurati se l’acqua arriva fin quassù .. ” (e dette anche dal sottoscritto).
Fatichiamo a credere a quello che dicono e ad un certo punto spero anche in uno scherzo, ma purtroppo comprendo che fanno sul serio .. Skeggia inoltre ci racconta che a -800, attraverso un passaggio chiamiato “i becchi” (per via delle numerose lame e spuntoni presenti) una scivolata gli ha fatto uscire e rientrare una spalla.
Con anche Romeo non troppo in forma e quindi erano un po’ preoccupati per la risalita, ma poi tutto è filato liscio. Anche l’acqua purtroppo non era poca, e anche se in questo periodo dovrebbe essere al minimo,
le insolite temperature di questo inverno giocano brutti scherzi.
Gianluca prosegue ancora raccontando che si sono divisi in due gruppi, uno è rimasto in zona campo a recuperare il recuperabile, mentre l’altro si è spinto oltre i freatici di Sud-Ovest a fare una risalita di un arrivo ..
Magra consolazione prosegue Romeo, è stata aver approfondito la grotta di ulteriori 10 metri, dato che la falda ora era più bassa.
Le esplorazioni fatte sulla parte alta della grotta così passano un po’ in secondo piano, anche se forse merita un accenno il fatto che (dopo un lungo ragionamento) si è infine capito come superare un punto critico della risalita di un camino molto promettente lungo il ramo iX.
A circa 70 m dalla base infatti ci eravamo arenati sotto un pericoloso masso incastrato, oltre si vede chiaramente un enorme ambiente che continua a salire.
Ci dispiaceva abbandonare questa lunga risalita per via della consistente circolazione e per il fatto che vi avevamo visto transitare un pipistrello, due indizi molto interessanti. Ma ora con un piccolo escamotage la prossima volta sappiamo come superarlo…
Lodevole anche la risalita portata avanti dai Forlivesi che sono arrivati ora a circa 45 metri d’altezza nel grande salone del p65, ma anche lì occorrerà aspettare per vederne gli sviluppi.
Vorrei ora lasciarvi ai bellissimi resoconti (più dettagliati) e conclusioni di chi era al fondo .. e fare i complimenti a questi ragazzi che nonostante tutte le disavventure sono riusciti pure ad esplorare .. F.B.
——
SKEGGIA
Le punte invernali sono da sempre caratterizzate da una eccezionale durezza, al punto che sono un po’ cadute in disuso se non per le esplorazioni di grotte affette da insormontabili criticità idriche.
Proprio per il fattore acqua abbiamo organizzato la squadra invernale dei -900, ma quella dei Draghi Volanti non è una grotta come tutte le altre, e non ha perso occasione per dimostrarcelo.
Dopo un avvicinamento di 3 ore sulla neve a piedi, durante il quale purtroppo Mirko ha dovuto abbandonare per un (fortunatamente) lieve malore, ci facciamo spazio tra stalattiti e stalagmiti di ghiaccio rompendo colonne che intrappolavano corde e attacchi. La grotta è più bagnata del previsto, tuttavia mai ci saremmo aspettati ciò che qualche ora più tardi avremmo trovato ai freatici.
Verso le 22 ci troviamo sotto al Maelstrom dopo 8 ore circa di progressione senza intoppi; proprio qua Romeo inizia ad accusare complicanze intestinali e, come se non fosse abbastanza, nelle disarrampicate dei becchi Skeggia si fa male alla spalla perdendo un appiglio al piede.
Punta sfortunata? Non pensiamoci! Poche decine di metri sotto ci aspetta il nostro bel campo, ci riposeremo con un tè al calore del fornello (pensavamo).
Ultima calata e davanti a noi lo spettacolo paradossale del campo completamente smembrato, tappetini ed oggetti sopra le rocce che sormontano la piana del campo di 2 – 3 metri, scatolette di tonno e barrette seminate per la grotta; con un lievissimo accento straniero (più marcato quando contrariato) Romeo dice “Aveva ragione Leo!!!”… Il livello falda è salito di 60 – 70 metri nel mese di dicembre con effetti disastrosi sulla nostra antropizzazione.
Addio riposo immediato; ci mettiamo subito al lavoro per allestire un campo di fortuna usando buste dell’immondizia come copertura ai dormiben completamente zuppi, si riempiono le bottigliette di progressione perché neanche il serbatoio dell’acqua è stato risparmiato, si fanno solchi sulla sabbia bagnata per drenare l’acqua in eccesso accumulatasi nella piana del campo.
Dopo sei ore di riposo umidiccio Romeo ed Enrico decidono di rimanere al campo per preoccupanti sintomi influenzali, il morale non è altissimo, tutti i piani erano saltati, ma almeno la risalita prima del traverso che conduce al trivio va fatta; partono Gianluca e Skeggia (a mezzo servizio a causa della spalla ancora dolorante). Alla fine della risalita ci si trova alla base circolare di un camino dalla quale si apre un piccolo passaggio che fa intravvedere un ambiente relativamente grande, ci si lavorerà ancora.
Ancora qualche ora di riposo prima di partire per la risalita in notturna. Alle 21 di sabato siamo tutti pronti, e si parte senza intoppi verso l’uscita.
Molto divertente è stata l’espressione di Fabio quando alle 4 di notte, al campo di -300, ha appreso quanto successo ai freatici. Non ha tuttavia indugiato, nonostante l’ora, nel preparare con Pamela una pentola di tè caldo per la squadra dei profondisti che nella risalita impegnativa senza soste hanno trovato ristoro presso il Bunga Bunga Camp (gli speleo sono persone eccezionali).
Tanto freddo e alcuni momenti di sconforto, ma si esce sempre col sorriso coadiuvato da tortellini al ragù e bistecca ai funghi di Moira.
——
ROMEO
Questa punta mi ha fatto riflettere a tanti aspetti
• Abbiamo visto che la falda è oscillata di almeno 70 metri, e forse in periodo di scioglimento delle nevi potrebbe salire molto di più. Sarebbe da approfondire se questa variazione della falda (tra la nostra ultima punta di novembre e questa di gennaio) può essere collegata alla meteorologia esterna ? Forse Leo ci può dare una mano su quanto veramente ha piovuto sul Sumbra in questo periodo, la situazione delle risorgenti. Oppure forse il livello del lago di Vagli è salito e questo ha fatto risalire anche la falda ? C’è da approfondire, perché se non troviamo una valida spiegazione dormire laggiù diventa un problema in termini di sicurezza
• Situazione bivacco avanzato MIAMI BEACH, anche se meglio chiamarlo il Bivacco Fluttuante a questo punto, dovrà per forza diventare un bivacco mobile. In altre parole a ogni punta dovrà essere montato e successivamente smontato. Questa cosa modifica un po’ in termini di tempistica le nostre punte, ci vuole almeno 2 ore per montarlo, poi circa 1 ora per smontarlo. Tutti i viveri , benzina, vestiti ed altro dovranno essere salite almeno 100 metri più in alto. Invece la tenda, i tappetini, corde attacchi e tutto quello che non viene danneggiato dal acqua messo nei sacchi ed attaccate alle corde intorno al campo.
• La squadra che scende dovrà per forza essere munita di un fornellino a benzina, per poter poi asciugare sia la tenda che i tappetini.
• Un’altra opzione sarebbe proprio trovare un posto per un bivacco sopra il maelstrom , oppure forse sul fossile che parte dal terrazzo ? Forse in termini di sicurezza questa sarebbe la migliore soluzione
• Situazione spazzatura, in questo momento sarebbe circa un sacco di spazzatura da portare dai freatici fuori + qualcosina che si trova sul terrazzo del maelstrom. La prossima squadra che scende laggiù si deve far carico di portarla fuori
• Visto la fluttuazione della falda abbiamo deciso che si può “merdare” dietro il campo subito dopo il traverso insidioso e non protetto tra ‘altro).
• In termini esplorativi direi di non portare altro materiale giù e rigirare quello che abbiamo. Concentriamoci sulla zona del trivio e poi se non viene fuori niente ci spostiamo sulla risalita di Felpe sopra il lago, potrebbe essere la via giusta, perché anche questa volta andando a fare l’acqua e raccattare un po’ di materiale sparpagliato in giro ho visto che è quella che porta un sacco di aria. Questa volta stranamente la grotta aspirava in un modo spaventoso , ma sia al entrata sia dal maelstrom verso i freatici. Vuol dire senso unidirezionale, molto strano questo comportamento, ma potrebbe di sicuro collegarsi proprio nella zona dei freatici con un altro sistema che ha un ingresso probabilmente più alto del nostro. Anche se la circolazione d’aria dentro è molto più complessa…ma questa è un’altra storia
Ciao a tutti dragonisti, Romeo
—–
Hanno partecipato: Fabio Bollini / Pamela Romano / Romeo Uries / Gianluca Selleri / SKEGGIA (Francesco Caprile) / Enrico Intini / Mirko Mangini / Teo Turci / Filippo Baldini / Alessandro Rosa / Viola Moroni / Giovanni Piaggio / Davide Giuliano

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