La sequenza delle grandi esplosioni è iniziata giovedì. Un secondo shock della magnetosfera si è registrato venerdì. Per lunedì o martedì è prevista la terza eruzione sulla stella. Le lingue di vento solare, carico elettricamente, nel week end passato non hanno causato grandi disagi, ma gli esperti della National Oceanographic and Atmospheric Administration (la Noaa) prevedono per il futuro un’intensificazione delle tempeste solari, fino a un picco previsto tra il 2012 e il 2013. Le esplosioni della scorsa settimana hanno raggiunto l’intensità massima fra quelle classificate di livello medio. Una tempesta di veemenza doppia rischierebbe di mandare completamente in tilt le comunicazioni radio sulla Terra. Le correnti che si accumulano nella parte dell’atmosfera chiamata magnetosfera potrebbero infiltrarsi poi nei cavi ad alta tensione, disturbando il trasporto dell’energia elettrica. In questo caso, oltre alle mappe cartacee, bisognerebbe ripristinare anche le candele.
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Quest’anno ci sono state altre grandi esplosioni nel Sole a febbraio e giugno. L’eruzione di San Valentino in particolare è stata la più forte degli ultimi quattro anni. Nel 1989 in Canada l’intensità della pioggia di particelle cariche nell’atmosfera terrestre mandò completamente in tilt la rete elettrica, lasciando al buio sei milioni di persone per alcune ore. Trent’anni prima, la più grande tempesta della stella mai registrata bloccò tutti i sistemi di comunicazione a distanza, e i disagi non furono massicci solo perché la tecnologia era ancora ferma al telegrafo. Alcuni operatori del codice Morse subirono delle scosse elettriche e qualche foglio di carta prese fuoco. Ma il Sole si fece perdonare regalando un’aurora boreale visibile fino ai Caraibi. Oggi un’esplosione di quella portata creerebbe danni e disagi estremamente più gravi, che un rapporto del 2008 del National Research Council americano stima in 2 trilioni di dollari nel mondo intero.