
E chi si era posto il problema dell'esportazione di cosmetici in Cina?! Sinceramente pensavo che le aziende con policy cruelty-free non distribuissero i propri prodotti in paesi dove è ancora possibile testare il prodotto finito, e davo per scontato che lo Standard garantisse anche in situazioni del genere proprio per l'incompatibilità con lo Standard stesso, poi però ho letto i dettagli della nuova certificazione OneVoice ed ho iniziato ad avere qualche dubbio al riguardo...ora ecco qui chiarimenti importanti che purtroppo pubblico con un pò di ritardo, mi spiace ma queste news BUAV mi erano proprio sfuggite:

Sintetizzando il tutto: ormai in quasi tutti i paesi è possibile vendere prodotti cosmetici che non sono stati testati su animali ma la Cina è ancora un'eccezione, anche se sembra che stia rivedendo la sua posizione. In attesa di cambiamenti sostanziali, le aziende che vogliono essere approvate BUAV ed esportare anche in Cina, devono dimostrare che i propri cosmetici sono stati esantati dall'essere sperimentati su animali sul suolo cinese.
In sostanza andiamo tranquilli con le aziende aderenti allo Standard tramite i canali ufficiali (BUAV & co.), il problema invece si pone con tutte quelle che hanno aderito tramite altri canali che non hanno ancora trattato esplicitamente questo punto, come per esempio Naturewatch che io per prima ho sempre promosso su queste pagine. Allora, in assenza di precise garanzie, in certi casi prima di acquistare sarà meglio controllare che l'azienda di interesse non abbia rivenditori in Cina. Insomma una bella scocciatura, non c'è che dire! E che peccato, nel dubbio ho già depennato un marchio che apprezzavo molto...Per ulteriori aggiornamenti invito a seguire le news qui perchè, appunto, qualcosa può sempre sfuggire anche a "maniaci" dell'informazione come la sottoscritta.
