In questo lustro ho ricevuto di tutto. Possiedo una vera collezione fra epiteti, ingiurie, volgarità e stravaganze di ogni genere, un vero e proprio stupidario di cui sono in un certo qual modo, orgogliosa. Dopotutto sono riuscita nell’intento, almeno in piccola parte, di titillare la catatonica attenzione dei miei concittadini. Ultima delle assurdità in arrivo è quel “povera innamorata non ricambiata…” scritto su fb dalla signora Erika Guichardaz. A prima vista sembra una sciocchezza e, in quanto tale, da trascurare, ma non è così. Prova un comportamento comune e dondiviso che secondo me è utile analizzare. (Simona Campo, si tratta di una riflessione non di un pippone.). A seguito di un mio post, dove prendevo in esame una frase dell’ex segretario del PD e attuale consigliere regionale, Raimondo Donzel, e dove traevo le logiche conseguenze, ecco che la nostra Erika scivola sulla buccia del personale. Entra in un ambito che definirei surreale e che non ha nulla a che fare con la questione da me sollevata. In psicoanalisi si chiama proiezione ed è quel meccanismo che trasferisce su altri un contenuto soggettivo dal quale ci si difende. In politica si chiama fango. La donzella prende anche in prestito il mio trascorso di insegnante, lasciando sottointendere che io sia stata pessima. Lo fa con una tecnica assodata quanto infantile: quella di santificare altri. Un montaggio parallelo che ha l’unico scopo di ferire la sottoscritta.
Ma la riflessione a cui vorrei sottoporvi non verte tanto su il materiale che si usa in politica per controbattere un avversario, ma sulla deresponsabilizzazione e rinuncia dell’analisi critica. Secondo Erika Guichardaz appartenere a un partito ne esclude qualsiasi criticità. Lo si sposa in toto come si sposa una fede: nessuna differenza con lo stile grillino: o noi o loro. Non è la sola. Nella vivace discussione sul social si associa Simona Campo. Non capisce Simona da che parte sto. Per lei ci sono caselle stabilite e impermeabili: “Prendere una parte una volta per tutte e portarla avanti con convinzione è una cosa troppo difficile? O è più conveniente saltare un po’ di qua e un po’ di là?“. Sono critica verso il partito a cui do il mio voto e quindi per lei sono contaminata dall’incoerenza. La colpa è sempre degli avversari, non c’è altra responsabilità. Sono gli altri che si devono adeguare a quella che è l’unica verità possibile: la propria. Quel “ha fatto tutto lui” detto dalla Guichardaz, esclude il PD e gli alleati da quasiasi partecipazione alla crisi istituzionale. Nessuna compromissione, la loro è stata una crociata purificatrice contro la classe politica al potere, unica colpevole del degrado morale ed economico. Non sono le azioni sbagliate, che non ci sono, ma le relative critiche che incoraggiano gli antagonisti e, quindi, chi le esprime è nemico come e più degli altri. Io dunque sono acerrima nemica. (La parte patetica è che mi tolgono l’amicizia su fb, prima Roberto Cognetta poi Jean-Pierre Guichardaz, ih ih ih!). Non si legge cosa scrivo, ma ci si oppone a prescindere. Sono molti a credere che sia comportamento legittimo: o con noi o contro di noi. Vecchia roba in verità. Desueta. Il cambiamento vero parte da qui. Solo da qui. Fuori dalle caselle del conformismo. Protettive, ma ormai escluse dalla storia e dalla sana dialettica. Non si tratta di saltare qui e là, come pensa Simona e molte come lei soprattutto a sinistra, si tratta di usare il cervello senza vincoli pregiudiziali. Di non lasciarsi imprigionare e schiavizzare da un marchio e da un leader. La libertà è l’unica condizione possibile contro la degenerazione del pensiero.






