Firenze - Sabato 23 gennaio alle ore 18.30 in via Borgo Stella 23 r a Firenze si apre il terzo appuntamento della rassegna di arti visive Etoile Toy/ Visual Art Florence promossa dal Florence Dance Center di Marga Nativo e Keith Ferrone e realizzata in collaborazione con la curatrice e storica dell'arte Daniela Pronestì per l'edizione 2015/2016. La rassegna, ideata da Mario Mariotti nel 1987, presenta un carattere di assoluta originalità rispetto ad altre realtà espositive fiorentine. Scopo della rassegna è indagare il rapporto tra immaginazione creativa ed espressione corporea, trasformando ogni inaugurazione in un evento che coniuga arte e danza in una performance pensata e realizzata in armonia con le opere esposte. Un "cross over" linguistico che si avvicina al concetto di "opera d'arte totale" e che interpreta la natura ibrida di molte esperienze artistiche contemporanee. Ospiti della rassegna, da ottobre 2015 a maggio 2016, artisti di diversa nazionalità che insieme offriranno un'interessante panoramica sulle numerose declinazioni dell'arte del nostro tempo.
Etoile Toy/ Visual Arts Florence
Rassegna di Arti Visive promossa dal Florence Dance Center diretto da Marga Nativo e Keith Ferrone e realizzata in collaborazione con Daniela Pronestì
Essere e non essere. Il mito del labirinto tra figurazione e astrattismo
Mostra personale di Massimiliano Corsi
A cura di Daniela Pronestì
Dal 23 gennaio al 4 marzo 2016
Inaugurazione / Opening sabato 23 gennaio ore 18.30
Florence Dance Center /Via Borgo Stella 23 r (Piazza del Carmine) Firenze
Performance a cura di FloDance Corps
coreografia di Keith Ferrone
Rassegna realizzata in collaborazione con:
La Toscana - rivista mensile di arte e cultura generale
Incontri con l'Arte - rubrica di approfondimento culturale a cura di Fabrizio Borghini
Associazione Toscana Cultura
Il terzo appuntamento della rassegna ospita l'artista fiorentino Massimiliano Corsi in mostra con il progetto intitolato Essere e non essere. Il mito del labirinto tra figurazione e astrattismo.
Il progetto si compone di dodici grandi pannelli ispirati al mito di Teseo e il Minotauro, tra i più celebrati dalla cultura artistica e letteraria d'Occidente. Il mito racconta la vicenda di Teseo, giovane eroe attico giunto a Creta per uccidere il Minotauro, orribile creatura metà uomo e metà toro rinchiusa nel labirinto di Cnosso dal re Minosse. Fondamentale per la riuscita dell'impresa è l'intervento della figlia di Minosse, Arianna, che, innamoratasi di Teseo, gli suggerisce di legare un filo all'ingresso del labirinto in modo da poter ritrovare la via del ritorno. Al significato storico della vicenda - la ribellione delle città greche contro il predominio di Creta - si sovrappongono altre interpretazioni, che vedono nell'uccisione del Minotauro il trionfo della razionalità sull'istinto, della conoscenza sull'ignoranza, della legge sulla violenza. Partendo da questi assunti, Massimiliano Corsi ravvisa nel celebre mito greco una metafora della dicotomia tra essere e non essere, vale a dire l'eterna lotta all'interno dell'uomo che affronta e supera le proprie debolezze per trovare l'io più profondo.
Come spiega l'artista, il percorso si carica di valenze anche psicologiche, perchè diventa un'immersione all'interno del subconscio laddove alberga il Minotauro, sembiante delle nostre paure, degli elementi irrisolti della nostra personalità, la cui sconfitta porta l'individuo alla pienezza della propria realizzazione, ad "essere" in senso completo, contrapposto al precedente limbo del "non essere". Inoltrarsi nel labirinto equivale, quindi, al tentativo di mettere ordine nella disperata casualità della vita, di accogliere quella parte di noi che ci è stata a lungo indifferente ed estranea e che pure continua ad accompagnarci come un'ombra. Allo stesso tempo, però, l'intricata struttura del labirinto simboleggia l'impossibilità di racchiudere il racconto identitario in una narrazione coerente, in un tracciato costante, per far emergere, invece, l'immagine di un io plurale, sfaccettato, intimamente scisso.
Raggiungere il centro del labirinto, dove risiedono i lati nascosti dell'animo umano, rappresenta l'atto ultimo di un percorso che pone l'individuo di fronte al fascino terribile della molteplicità, e dunque alla complessità di esperienze che compongono il quadro instabile dell'identità. E' questo mutevole paesaggio interiore, intervallato da punti ciechi ed ambiguità, esposto alla continua oscillazione tra un'identità possibile e un'alterità ineliminabile, che Massimiliano Corsi si propone di indagare, facendo ricorso ad un registro espressivo che, sospendendo lo sguardo tra figurazione e astrazione, mette in luce l'irriducibilità dell'immagine ad un modello unificante.
Le opere esposte al Florence Dance Center nascono dall'ibridazione di due linguaggi, fotografia e pittura, che s'incontrano nello spazio certo del supporto per creare un contenuto visivo dato non come unità, ma come un divenire di stati percettivi, un fluire continuo di sensazioni che spiazza le aspettative dell'osservatore, inducendo un senso di disorientamento, una vera e propria vertigine dello sguardo.
L'immagine presenta quindi una struttura labirintica, quale risultato della dialettica tra il dato fotografico e il segno dipinto, che si alternano, come un canto e controcanto, ora armonizzandosi ora contrapponendosi. Le mie realizzazioni - afferma Corsi - indagano il disorientamento dell'uomo moderno di fronte alla realtà mondana, al fraintendimento che ingenerano i moderni mezzi tecnologici e le strategie ad essi connesse tra ciò che è 'natura' e ciò che è 'artificio'.
E' questo disassamento percettivo prodotto dalla reinvenzione arbitraria del dato reale che le mie realizzazioni cercano di sviscerare, il disorientamento prodotto per esempio dall'immagine di una città che sembra una città, ma ad un'analisi più profonda non vi si ravvisano gli elementi propri delle architetture, delle strade, o quantomeno questi sono giustapposti in maniera alquanto incongruente, dissociati tra di loro, non rispondenti alle universali leggi della fisica, bensì a leggi altre, astratte e arbitrarie. Persistono, tuttavia, elementi fisici e aderenti al dato reale, come la luce, il sole, una forma, un albero: il sapore dell'oggetto di indagine è reso senza passare dall'oggetto stesso, ma suggerendolo attraverso accordi cromatici, ritmi visuali, schemi compositivi che cercano di ricreare il senso poetico del vedere e di trasmetterlo a chi guarda.
Artista freelance, Massimiliano Corsi si distingue per la serietà e la coerenza con cui da anni porta avanti la sua ricerca artistica, che comprende pittura, scultura e fotografia. Dopo il diploma all'Istituto d'Arte di Sesto Fiorentino e la laurea in Lettere (indirizzo storico - artistico) all'Università di Firenze, ha iniziato la sua attività artistica e parallelamente quella di restauratore di opere d'arte. Nel 2012 è stato selezionato tra i primi 120 al Premio Arte Cairo Editore, con pubblicazione dell'opera sulla rivista Arte di settembre. Tra le mostre realizzate si ricordano: 1985, Firenze, performance presso la galleria Studio d'arte "il Moro"; 1988 e 2009, Sesto Fiorentino, esposizione alla galleria "La Soffitta". Nel 1988 si è classificato secondo al Premio Internazionale Pescetti.
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