Il fatto di cronaca verificatosi venerdì nove agosto, riguardante un ragazzino di quattordici anni che si è tolto la vita, gettandosi da un palazzo, a Roma, mi getta nello sconforto e nella rabbia più profonde. Come mamma e come donna, mi ritengo sufficientemente erudita per aver capito e studiato il comportamento umano, cambiando negli ultimi anni le mie opinioni ed i miei pensieri, sulle persone bisex. Non è il primo e purtroppo non sarà l’ultimo, perché così vuole la nostra stolta ed arcaica società, fiera di essere costituita da potere prettamente maschile, che mai e poi mai si sognerebbe di spartire il letto con un altro maschio. E’ doloroso apprendere, che il dono della vita, un adolescente se lo deva togliere perché ha intorno, familiari, compagni di classe, insegnanti, amici e gente comune che lo deride e lo addita come un diverso, come un ammalato da far curare, o peggio ancora, come un diavolo mandato dal “Capodiavoli” per traviare altre povere vittime. Oppure, non trova lo spazio ed i supporti umani e psicologici, necessari per fargli comprendere ed accettare la sua identità. Rifletto molto, ma sono disarmata di fronte alla confusione psicologica e ai pensieri negativi che un essere umano, poco più che bambino, deve provare nell’apprendere che dentro di sé qualcosa non è omologato ed uguale agli altri, che sarebbero i benpensanti, avvertendo chiari dei segnali, che potrebbero portarlo a convincersi fortemente della sua omosessualità. Tale confusione e smarrimento non è detto che sfocino in una direzione univoca, ma potrebbero banalmente rappresentare un momento di confusione adolescenziale, che può capitare a chiunque, mamme e papà compresi. E penso proprio ai genitori di questi ragazzi, se si accorgono per tempo della crisi e delle difficoltà che i loro figli stanno vivendo all’interno di questa bigotta società. A prescindere dall’orientamento sessuale che l’essere umano avrà, per il resto o per un pezzo della sua vita, credo di giungere alla conclusione, che si tratti di omicidio premeditato, pur senza armi da fuoco, ai danni di una persona fragile, debole e in grosso imbarazzo. Siamo ancora molto retrogradi sotto questo punto di vista, sarà dura sradicare negli uomini il pensiero e la convinzione che un gay è un diverso, mi vergogno profondamente per i miei antichi pensieri che fortunatamente, con gli anni e la capacità di raziocinio sono cambiati. Il mio Ferragosto, quest’anno sarà di riflessione e di sgomento per quanto accaduto, pregherò molto per quei ragazzi che potrebbero essere figli miei, ringrazio il nostro Papa Francesco per la Sua intelligenza e per la forza che ha, nel mettere in luce, senza paura o vergogna anche queste grosse problematiche da risolvere una volta per tutte. Fabiana Schianchi Ugoletti.
Magazine Diario personale
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