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Essere o Appartenere?

Da Mikdarko
Ricevo molto spesso delle email, dove mi viene chiesto se io sia ateo o credente, e... in quest'ultima ipotesi, in cosa io creda.
Essere o Appartenere?
Ebbene io nasco nella convinzione che ciò che conta, non è la religione o la corrente di pensiero cui si appartenga, ma le azioni e le intenzioni con cui si agisce. In base alla mia esperienza dunque, ritengo che la scelta più serena, fruttuosa, armoniosa ed equilibrata che si possa compiere, sia quella di essere altruisti e corretti nei limiti delle proprie possibilità e, ovviamente, del Buon Senso.
Del resto, volendo applicare un criterio di logica deduttiva, penso che una Forza Creatrice, un Dio, una Sorgente, realmente degna di questo nome, e dunque Buona e Saggia, è più interessata alle Azioni e al Pensiero con cui l'Umanità le compie, piuttosto che al credo cui essa appartiene. Una Forma Creatrice di Vita (soprannaturale o aliena che sia, non ha alcuna importanza), ha una visione dell'insieme delle cose ben superiore a quelle delle logiche calcolistiche tipica dell'essere umano medio. Essa guarda alla sostanza e non certo all'apparenza.
Esempio: se il signor X fosse ateo (ovvero pensasse che Dio non esiste) e agisse per il Bene perchè mosso essenzialmente da nobiltà d'animo, le sue azioni sarebbero gradite ad un ipotetico Dio, assai più di coloro che compiono buone azioni perchè timorati del dio in cui credono o ancor peggio. Il timorato non agisce per Amore, ma per Paura. Il nobile d'Animo invece non agisce per Paura, ma per Amore. E poichè Dio è Amore... se l'ateo agisce per Amore, egli agisce comunque in nome di Dio... e non essendone condizionato, agisce in modo ancora più genuino.
Quindi non ha importanza a quale religione o quale corrente di pensiero, si appartenga, ma il pensiero con cui si agisce. Di qui l'importanza di "Essere" nell'Agire, più che di "Appartenere" nell'agire.
Scritto da Adam Kadmon
Tratto da Adam Kadmon - il Blog

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