Magazine Italiani nel Mondo
Sabato siamo andati a pranzo a casa di un ex Diplomatico inglese.
Non faccio colazione, certa che il pranzo sarà abbondante e che dovrò programmare alcuni weekend di jogging per non sembrare Luciana Turina entro breve.
Arriviamo all'una e trenta con una bottiglia di Primitivo (ma quanto costa Dio santo il Primitivo a Londra????) e veniamo accolti con due gin tonic.
Alle due, mentre intrattengo una deliziosa conversazione sull'importanza di riconoscere le kitchen apples dalle bromley apples, mi viene servito un secondo gin tonic, e quasi non me ne accorgo.
Alle due e mezza si parte con un lambrusco rosato, un vero e proprio schifo, ma ho sete e non me ne rendo conto.
Alle tre sono al quarto bicchiere di rosato, e sento languorini di fame, prontamente messi a tacere da un altro bicchiere di vino.
Alle tre e mezza mi volto per cercare l'Architetto tra la folla e lo vedo intento, con le maniche della camicia tirate su, a spremere lime per delle caipirinhe. Non parla una parola di inglese e lo hanno messo con la manovalanza.
Io sorrido e, se non mi attacco a un albero, rischio di cadere in un fossato che separa la casa dei nostri amici da, guarda te la coincidenza, quella di un architetto. Solo in quel momento realizzo che ho 12 cm di tacco e vago tra i vasi di giunchiglie e margherite incurante del poter incontrare la morte da un momento all'altro e, santiddio, in che modo di merda.
Alle 4 ci sediamo a tavola, dove 300 gr di couscous alle verdure ci aspettano.
Solo che siamo in dieci.
L'Architetto, preso dall'ansia di non mangiare abbastanza (sentimento tipicamente italico che sto analizzando da svariati giorni e che sarà tema del prossimo post), in 5 secondi spolvera tutto e io, non famosa per la velocità delle mie azioni, quando alzo il cucchiaio è già tutto finito.
Mi guardo intorno per incontrare solidarietà e vedo una caraffa di bianco controllata dal padrone di casa che, con un sorriso diabolico, si dirige verso il mio bicchiere.
Negli attimi che seguono questo evento ricordo solo che mi è stato versato da bere 5 volte e che ho raccontato, con suo enorme imbarazzo, di come l'Architetto da piccolo urinasse sui piedi della baby-sitter.
Le cose che sono successe dopo non le ricordo, e forse è davvero meglio.
Gli incontri intraculturali mi han sempre dato una grande soddisfazione.
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