Essere single

Creato il 21 ottobre 2010 da Lollo


"Lollo sono uscita con un tipo. La reincarnazione vivente di Dante, il pronipote illegittimo di Giuseppe Verdi e probabilmente ha qualcosa anche di Garibaldi".
Mi dice Alessandra, una mia carissima amica, un mercoledì pomeriggio assolato ma fresco. Milano, piazzale Loreto, automobilisti ingialliti dallo smog, lavoratori stressati e sempre di corsa si aggirano impavidi aspettando l'ennesimo autobus che non passa. Io e lei abbiamo la nostra piccola oasi di pace in un cortiletto interno, nessun suono, addirittura un laghetto artificiale con dei pesci rossi. Sembra di stare nel film "Momorie di una Geisha".
Alessandra è una delle ragazze più belle che conosca, un miscuglio di Ilary Blasi e un nonsoche di Angelina Jolie, semplice, spontanea e simpaticissima. Come me ha il difetto di innamorarsi a capofitto, ricevere fregature e sbattere la testa contro lo stesso spigolo finchè non pensiamo "Forse è il caso di smetterla". Dopo una lunga storia felice e importante (quale fato crudele, anzi nefasto) si ritrova a uscire con strani personaggi. Questo post è il resoconto di un suo incontro.
Quando si è fidanzati si guardano le amiche single come il lupo con l'uva, vorresti avere un primo appuntamento coi fiocchi, pizza & cinema, una passeggiata sul naviglio pavese contando le nutrie che passano oppure un cosmopolitan raccontando la tua vita a qualcuno che ti fissa senza sforzarsi di alzare lo sguardo. Dopo pianti, valli di lacrime con successive inondazioni per una storia conclusa decidi che è giunto il momento opportuno per uscire con un nuovo ragazzo. Vagli le proposte. Il commesso di Bershka, tutto sesso e grattini, il lunatico psicopatico, il maniaco del numero tre, il laziale sfegatato e l'animatore (l'unico) con poca iniziativa. Vista così la situazione non solo è drammatica ma è da suicidio di massa, proprio nel momento in cui stai per ripiombare nel tuo maglione di pile tutto puzzolente e macchiato di nutella, hai un'illuminazione. Matteo, un ragazzo per bene, hai il suo contatto messenger, decidi di scrivergli le solite banalità per poi con destrezza buttare giù un "Che dici di vederci per un caffè?". Andata, hai un appuntamento post cena il che promette bene.
L'imbarazzo è come il tonno e lo si taglia con un grissino. Cominci a parlare del più e del meno, l'università, gli amici, i locali, Milano, Parigi, com'è bella Roma, come è grande New York, che freddo che fa, oh come non sopporto la nebbia, io vado sempre da H&m, bla bla.
Per caso, vagando senza meta per tutti i temi che ti vengono in mente, viene fuori l'argomento libri. "Ho letto questo libro e mi è piaciuto particolarmente". Gli si illuminano gli occhi, il respiro si fa affannoso e per le successive due ore non smette di parlare. Termini mai sentiti e mai usciti dalla tua bocca diventano i salatini che accompagnano quel cocktail che nemmeno ti offrirà. Ogni tanto tenti di dire "Sì mi è piaciuto quel film" ma lui subito si collega ad un'aria di Donizetti e comincia a cantarla manco fosse Maria Callas e gesticolando per farti capire che suona anche la viola. Ti racconta di quella professoressa che ha letto Dan Brown e assisti alla sua reinterpretazione personale della Bibbia, passando per ambienti che lui considera "Dickensiani" e rimanendo a bocca aperta quando recita a memoria alcune terzine di dante o sostenendo che Maria Stuart era più simpatica di Elisabetta I.
Non riesci a rimanere in sincronia con il suo" navigar m'è dolce in questo mar". Avete anche alcuni punti in comune, l'amore per l'arte, per la letteratura, ovviamente non gli confessi che uno dei tuoi libri preferiti è "Anna Karenina" perchè potresti fare la figura della romanticona lacrimosa. Oppure potrebbe improvvisare un teatrino in cui tu devi urlare le battute della protagonista.
Si parla di ex. "Finalmente un argomento su cui posso dire la mia sapendo che almeno delle mie storie passate non conosce nulla". Ti sbagli, ti interrompe anche lì perchè oltre ad essere un gran filosofo è anche psicoterapeuta di coppia e accenna una novena sul rapporto tra uomo e donna, donna e donna, uomo e uomo. Mai discriminare per carità. Ti sembra un esame, quello di maturità in cui dati alcuni argomenti dovevi collegarli logicamente sembrando a tuo agio nelle mappe interattive del tuo cervello gonfio di idee. Peccato che in questo caso sei tu che esamini e controlli l'orologio accorgendoti che il tempo non passa mai. Ti aspetti che tutto si sciolga come in un quadro di Dalì, speri di svenire così almeno comincia a tacere.
Vi incamminate verso la macchina, dopo un trattato sociologico sul fatto che Britney Spears non usa la parola "funesta" che invece è ampliamente utilizzata nelle opere liriche, dice "Ora basta ho parlato troppo". Ma allora non sono solo io che ho questa impressione, sospiri senza dirgli la verità. Speri che detto questo si avvicini con aria lumacona, ti sorrida e al muro ti dia un bacio per farsi perdonare della serata-supplizio. Invece no, inizia una conferenza sul perchè deve aggiornare il suo navigatore.
Ti lascia alla macchina, aspetti un bacio per farlo tacere, un bacio che non arriva. Sali in macchina e a casa gli scrivi "Ma un bacio della buonanotte no?" perchè un pò d'iniziativa deve esserci almeno da una parte. Leggi la risposta "Al primo appuntamento? Sono timido su certe cose". Cala il silenzio, rido in faccia ad Alessandra, è previsto un secondo appuntamento almeno per capire se può essere interessante anche sotto altri punti di vista. Suona il telefono. Un messaggio. Una faccia sconvolta, è lui, mi fa guardare lo schermo, il messaggio diceva "Deh dona alla scure quel capo che desta fatali timori, discordia funesta".
La guardo, mi dice "Ma secondo te ci sta?".


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