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Essere un Traslocatore Seriale

Creato il 24 settembre 2012 da Albino

C’e’ da dire che ad essere un Traslocatore Seriale si va a perdere un po’ il gusto delle cose. Il fascino macabro dell’ignoto, la strizza prima dell’avventura.

Dopo un po’ ti cresce un po’ quell’automatismo che ti fa perdere, che ne so, l’ansia da termine delle bollette. Quella che ti faceva svegliare nel mezzo della notte pensando "oddio e se me ne vado e dimentico di chiudere il conto di internet?" (Un po’ come quando eri a fine della tesi di laurea e sognavi che ti mancasse ancora un’esame).

Invece ora chiudi le bollette, stop. Gas, luce, acqua, internet – manco ti sei fatto una lista, tanto quelle sono.

E che dire dell’ansia da cambio indirizzo. All’epoca ti facevi i mille fogli excel con la lista della posta da smistare ad altri indirizzi (programmi frequent flyer, carte dell’assicurazione previdenziale, estratti conto bancari, ecc. ecc). E per quanti ne facessi, poi i tuoi ex coinquilini ti chiamavano lo stesso dopo 6 mesi dicendoti che avevano chili di posta tua in un cassetto, pronta per essere raccolta o buttata. Adesso invece fai tutto online, paper free (diciamocelo: chi ha bisogno di buste paga ed estratti conto in cartaceo?*), e per quella poca roba che resta gli dai ‘sti 50 dollari per farti un inoltro automatico della posta al nuovo indirizzo. Tie’.

Lo stesso discorso poi vale un po’ per tutto, dagli scatoloni ai vestiti alle cose da smistare, da buttare, da salvare, da archiviare. In piena assonanza con la filosofia giapponese oramai, se una cosa non l’hai indossata per piu’ di un anno l’archivi, se non la tiri fuori per un altro anno la butti. Oramai ti tieni solo la roba che usi davvero: questa e’ un po’ la filosofia del traslocatore seriale. Tieniti leggero et Ottimizza: una specie di divide et impera applicato alla relocation.

A pensarci bene, in fondo fare un trasloco intercontinentale e’ un po’ come fare sesso. La prima volta semba una cosa pazzesca, ci rimugini su a mille e ti fai mille pare; poi quando e’ andata ti dici "ah, tutto qua?", e le volte successive quando prendi confidenza ti sembra tutto naturale. Stessa cosa per i traslochi oltreoceano: ormai a casa albino non ci si fa neppure piu’ la lista delle cose da fare, che tanto si sa gia’ quel che s’ha da fare.

Dicevamo che si perde un po’ il gusto dell’ignoto, dopo i primi traslochi. Certo, un occhio all’imprevisto bisogna sempre tenerlo, visto che non si sa mai cosa puo’ succedere. Ma e’ la forma mentis che cambia: si fa tutto in maniera piu’ naturale e tranquilla. Ma che poi in fondo, diciamoci’ la verita’, con tutte le cose che abbiamo da fare, all’ansia da prestazione traslocatoria facciamo volentieri a meno. Ecco.

*: Parlando di cartaceo, aggiungo una cosa che non c’entra niente. All’epoca della nascita di FLI io a votare Fini c’avevo pure fatto un pensierino, ma poi ho letto da qualche parte che "il Presidente preferisce il contatto con la carta", per cui ogni mattina si fa stampare tutte le mail ricevute e le smista come una volta, avete presente: a mano. Ora, a parte che le mail nel 2012 uno le dovrebbe ricevere di continuo e non solo di mattina; ma senza neppure entrare nel merito delle critiche ecologiste, ancora prima eh, a monte: io a uno che nel 2012 si propone di guidare il mio Paese nella modernita’ del mondo globalizzato e contemporaneamente si fa stampare le mail io il mio voto NON-LO-DO.


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