«L'unica cosa che capisci dei vecchi, quando non lo sei, è che sono stati segnati dal loro tempo. Ma capire solo questo li mummifica nel loro tempo, ed equivale a non capire nulla. Per quelli che non sono ancora vecchi, essere vecchio significa essere stato. Ma essere vecchio significa anche - a dispetto, in aggiunta e oltre a «essere stato» - che sei ancora. Il tuo «essere stato» è molto vivo. Tu sei ancora, e uno è ossessionato tanto dall'«essere ancora» e dalla sua pienezza quanto dall'«essere stato», dal passato. Alla vecchiaia pensa così: il fatto che sia in gioco la propria vita è una semplice realtà quotidiana. Non possiamo fare a meno di sapere che cosa ci aspetta a breve scadenza. Il silenzio da cui saremo per sempre circondati. Per il resto, non è cambiato nulla. Per il resto, si è immortali per tutto il tempo che si è al mondo».
Philip Roth, “L’animale morente”
UNA MIA RIFLESSIONE A PROPOSITO DI VECCHI
Essere vecchi significa essere soli, mentre esserlo anagraficamente ed essere ancora molto amati e considerati non ci fa sentire per niente vecchi. Sentirsi ancora indispensabili per qualcuno, per i figli, i nipoti, gli amici...ecco questo è il contrario di sentirsi vecchi...Il sentirsi inutili,abbandonati alla solitudine e completamente in balia di se stessi può davvero essere molto deprimente e aprire la strada della depressione... Curiamo in tempo le nostre relazioni familiari, le amicizie, i nipoti, diamo il giusto valore ai giorni passati insieme in famiglia e saremo tutti più sereni e felici...