Est Antigoriu: la recensione di Gianluca Santini

Creato il 22 maggio 2012 da Kalaris @EssereFreelance

Le recensioni più sono inaspettate più sono gradite, e io ho particolarmente gradito quella di Gianluca Santini che racconta Est Antigoriu come avrei fatto io, anzi meglio.

Mette in luce i punti di forza e i punti deboli del saggio e mi consente di vederlo con altri occhi. Grazie dunque a Gianluca. Vi consiglio per altro di dare uno sguardo al suo spazio web (http://gianlucasantini.blogspot.it/): vi regalerà ottimi spunti di lettura e non solo. 

Titolo: Est Antigoriu

Autrice: Claudia Zedda

Anno: 2011

Tema trattato: Tradizioni sarde, Itinerari di viaggio

Editore: La Riflessione – Davide Zedda Editore

Formato: Cartaceo

Sinossi: Tra streghe, accabadoras, dee, erbe fascinose, feste mai dimenticate e misteri suggestivi, alla ricerca degli itinerari magici che porteranno al cuore dell’isola antica: la Sardegna. “Est Antigoriu” è un saggio sulle tradizioni sarde, sull’arte, sulla comunicazione e sugli antichi rituali a metà tra l’era pagana e l’era cristiana. È anche diario di viaggio, suggestioni di itinerari alternativi per scoprire le meraviglie dell’isola sarda.

Commenti: Qualche tempo fa ho ricevuto un buono spesa da usare per prendere libri, grazie a un racconto che avevo inviato per un concorso letterario. Con quel buono ho preso tre libri, il primo dei quali – “Lo stato delle anime”, romanzo di Giorgio Todde – è già stato recensito su questo blog. “Est Antigoriu” è il secondo volume che ho preso, e a differenza del primo si tratta di un breve saggio, dedicato alle tradizioni della mia isola.

È da poco tempo che mi voglio interessare al mio territorio, alle leggende, ai miti, al passato più recente. Prima, quando ero più piccolo, non mi interessava più di tanto tutto questo. Da poco invece ho iniziato a incuriosirmi a questi argomenti, e in parallelo a utilizzare la Sardegna anche come ambientazione per i miei racconti. Le due cose sono in parte collegate, lo ammetto. “Est Antigoriu” mi è balzato agli occhi nella piccola libreria in cui l’ho trovato per la grafica di copertina, che mi ha attirato subito. L’idea era quella di prendere un saggio sulle tradizioni sarde, per iniziare a masticare qualcosa del passato dell’isola. Scelsi “Est Antigoriu” anziché “Creature fantastiche in Sardegna”, sempre scritto da Claudia Zedda, per via della sua generalità, perché fin dall’indice abbracciava diversi argomenti anche molto distanti fra loro.

Se quindi il testo inizia sulla figura femminile sarda, declinata a 360° dal sacro al profano, dalla sessualità all’approccio alla morte, il saggio prosegue con un capitolo dedicato alle erbe curative, argomento dove si avverte in particolar modo la passione e l’interesse dell’autrice, per poi passare alle festività, ad alcuni insediamenti storici e antichi, fino ad arrivare alla tradizione della comunicazione e del dialogo in Sardegna. Si passa quindi all’arte, vista tanto dal punto di vista artigianale, quanto da quello pittorico e fotografico. Gli ultimi capitoli sono dedicati ai luoghi, in particolare alla città di Cagliari, e ad alcuni paesi degni di nota per interesse archeologico o storico. Infine, nell’appendice, c’è un vero e proprio diario di viaggio, con considerazioni oneste e disinteressate sui luoghi visitati e sul rapporto qualità/prezzo di parcheggi, musei e strutture ricettive come hotel e B&B.

La struttura saggistica è realizzata con una sequenza di articoli brevi, alcuni già pubblicati in riviste e magazine online. La brevità dei paragrafi-articoli ha un lato positivo e uno negativo. Se da un lato consente di leggere agilmente il volume a pezzi, focalizzando l’attenzione sull’argomento del momento, come succede anche sui testi online proprio grazie alla compattezza dell’articolo, dall’altro lascia un po’ di amaro in bocca in quanto ad approfondimento generale. Mancando un filo conduttore unico, che non sia la Sardegna in sé, si rimane con molti accenni non sviluppati al meglio. Nel contesto del libro avrei desiderato saperne ancora di più, vedere approfonditi alcuni aspetti, avere più informazioni. Ma in realtà, me ne rendo conto, non si può avere tutto. Il saggio ha comunque la capacità di stimolare la curiosità e l’appetito sulle tradizioni sarde, e con una bibliografia ben costruita sarà facile poter continuare il proprio viaggio all’interno dei miti antichi dell’isola.

Per concludere, una nota sul diario di viaggio che si trova in appendice. Ho trovato l’idea molto azzeccata, la narrazione da visitatrice si sposa bene con il pragmatico racconto della ricercatrice di tradizioni. La ricchezza di dettagli quali i tariffari e le personali considerazioni su alcune occasioni mancate in musei e altri luoghi di interesse completano dignitosamente il quadro del viaggio, facendo percepire quali sono le criticità e i punti di forza del patrimonio storico-naturalistico isolano.


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