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Estate

Creato il 19 giugno 2013 da Scribacchina

In questi giorni, dalle mie parti fa un caldo insopportabile.
E’ quel caldo che ti sveglia di notte e che ti costringe a metterti alla finestra in cerca di aria: sono ore di veglia forzata che il giorno dopo pagherai caramente.
Credo proprio sia arrivata l’estate…

Penso all’estate e mi viene in mente quante volte ho ascoltato l’anno scorso in questo stesso periodo Estate nella versione di Sergio Cammariere e Fabrizio Bosso. Credo mi piacesse così tanto perché era la perfetta rappresentazione di quello che sentivo… volendo guardare, i brani ai quali sono più legata sono proprio quelli che in qualche modo mi raccontano.
Immagino funzioni così per tutti.

Mi ritrovo oggi ad ascoltare – come in un rito catartico – Estate nella versione di Francesco Cafiso, eccellente sassofonista che ricordo di aver sentito suonare live quando era ancora un ragazzino (dev’essere stato una decina di anni fa, a un Bergamo Jazz). Di lui avevo in testa l’immagine un po’ sbiadita e anche un po’ naïf del baby fenomeno che suona su un palco importante, coi genitori in platea che lo covano.
Mi fa piacere riscoprirlo oggi, e riscoprirlo proprio con questo brano: lo sento vivo, passionale, ben presente ed estremamente comunicativo.

Ma c’è di più. Qui Franceschino ha un’altra, straordinaria capacità che mi riguarda direttamente: quella di rendere sorridente un brano che sorridente non è.
O forse sono io che lo vivo così.


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