Sesto Calende (VA), estate 2014
E' agosto, diobbuono.
Dovrebbe esserci una legge mondiale e intoccabile che ad agosto, almeno ad agosto, la si smette di alienarsi nella routine quotidiana e si fa un bel respiro.
Ci si siede un attimo. Anzi, piu' di un attimo. Delle ore. Dei pomeriggi. Delle giornate intere.
La meta costosa ed esotica non e' affatto obbligatoria, anzi.
Qualsiasi spazio, possibilmente verde e tranquillo, o anche il salotto di casa propria.
Si riflette.
Si legge, magari.
Si scrive.
Si decomprime il cervello.
E invece no, ci si affanna ci si affanna in continuazione. Produci, consuma crepa.
Almeno in agosto dovrebbe esserci concesso di sperimentare, per un attimo, la nostra personale definizione del senso della vita.
Sono certa che tutto il mondo ne gioverebbe.