Il Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani, ha inviato oggi un appello urgente al Ministro degli esteri italiano Giulio Terzi e all'ambasciatore italiano al Cairo Claudio Pacifico, per chiedere che l'attivista egiziano Hamdy Al-Azazy, Premio Makwan 2011 e cooperante di EveryOne nel Sinai del Nord, in serio pericolo di vita, sia messo in sicurezza dalle autorità italiane e accolto all'interno dell'ambasciata italiana al Cairo assieme ai suoi tre bambini.
"La situazione è disperata: Hamdy è stato direttamente minacciato di morte assieme ai suoi tre bambini (non ha moglie) e ha necessità vitale di lasciare l'Egitto nel giro di ore, per salvaguardare la propria incolumità e quella dei figlioletti" scrivono nell'appello Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti di EveryOne. "La sua vita è a rischio perché i media di tutto il mondo - CNN in primis - hanno trattato il problema degli smugglers del Sinai - i trafficanti di migranti e organi umani - da quando le sue denunce hanno raggiunto, anche con la sinergia nostra e di altre organizzazioni, i vertici delle istituzioni internazionali e le autorità egiziane hanno cominciato a trattare il problema".
"Purtroppo" spiega EveryOne, "l'affermazione progressiva dei movimenti fondamentalisti nel nuovo Egitto, culminata con le vittorie politiche dei Fratelli Musulmani, ha ridotto costantemente la pressione da parte delle forze dell'ordine, dei militari e dei servizi segreti nei confronti dei trafficanti nel Sinai, che fanno capo - come abbiamo dimostrato nei nostri report e come hanno confermato i servizi segreti israeliani - proprio ai gruppi armati per la Jihad".
"Chiediamo al ministro Terzi e all'ambasciatore Pacifico di prodigarsi affinché la vita di Hamdy Al-Azazy e dei suoi tre figli minori sia salvaguardata, con un'azione di civiltà che garantisca loro il diritto alla vita e alla protezione internazionale" concludono Malini, Pegoraro e Picciau. "Il caso è molto delicato e ci auguriamo che la rappresentanza diplomatica italiana in Egitto possa essere l'ancora di salvezza per il nostro attivista e la sua famiglia".
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